I segreti del bon ton al matrimonio Abito vintage e bouquet su misura

I segreti del bon ton al matrimonio Abito vintage e bouquet su misura

«Per farci una risata e diluire con le chiacchiere le ansie da sposina c’è “Un tocco di bon ton”, un meraviglioso gruppo facebook di amanti del ben comportarsi. Senza perbenismo, senza sovrastrutture e senza... polvere! Vi aspettiamo!».
Il finale è il segno d’inedita classe del volume Matrimonio da sogno di Giorgia Fantin Borghi, Valentina Edizioni. Il manuale, con «100 consigli da Wedding Planner per sposarsi con un tocco di bon ton», non esce dai bauli imbrigliati in ragnatele di verginelle con la puzza sotto il naso, ma dal mondo spigliato di donne che navigano in rete, per catturare nella loro ragnatela le sollecitazioni non soltanto dal bel, ma da tutto il mondo. Dalla nonna a facebook qual è l’eleganza da salvare nel giorno di un «sì» senza occaso, ma di golosa occasione? Questa è la domanda, a cui è sempre una la risposta: «Una donna elegante è colei che non si nota. Ma si ricorda».
L’ABITO
Non la meringa o la sirena, ma il capolavoro che vi sta a pennello. Ricordiamo Coco Chanel: «Se una donna è malvestita si nota l’abito, ma se è vestita impeccabilmente si nota la donna». Il consiglio vive ancora di buona salute. Dopo i tentativi di ragazze che «ne hanno fatte di tutti i colori», presentandosi in rosso, arancio, verde, il vestito perfetto rimane quello bianco, nelle sue variazioni dal candido al burro fumé. Disegnato con arguzie femminee sui fisici a clessidra, a triangolo, a triangolo rovesciato, a rettangolo e su quelli un po’ paffuti, deve ruotare rigorosamente sui tre fulcri: spalle, décolleté, schiena. È corretto che si intoni al luogo di cerimonia e pranzo, e allora niente megastrascico se si è in campagna per non raccogliere animaletti sgraditi, marito a parte ovviamente! Seguite l’attuale tendenza vintage, rinfrescando quello di famiglia, soprattutto il velo, nel quale l’allure di antichità è indicazione d’animo poetico, regale. Uno spillo di romanticismo. Sollevatelo al ritmo del verso di Giosuè Carducci: «Come velo da sposa/ che s’apre al bacio del promesso amore».
IL BOUQUET
Ad ogni amore il suo fiore e ad ogni matrimonio il suo mazzo. Linguaggio e profumo delle corolle sono una delle componenti più intriganti di questo giorno, ragion per cui il bouquet rimane il dettaglio più divertente da comporre. Problema: il bon ton richiede che sia l’ultimo regalo da fidanzati del futuro marito. Come fare? Indirizzate il fiorista con sapienza, affinché intervenga con delicatezza e furbizia sulla scelta dello sposo. Le forme di questo «ciuffo» di natura sono note: compatto per abito corto ma anche lungo purché semplice; morbido con volume per look tradizionale con breve strascico; a cascata per un vestito importante; a fascio da appoggiare sull’avambraccio per un tailleur. Le spose, attente alle amiche che attendono il fatidico lancio di buon auspicio, oggi possono scegliere il bouquet a corolla, composto da micromazzetti da dividere e gettare con grazia a tutte le dame nubili. Ora, tre messaggi dai fiori. La rosa bianca: silenzio e fedeltà. La camelia: perfetta bellezza e superiorità non esibita. Il mughetto: fortuna e ritorno alla vita felice.
LO SPOSO
Al contrario della regina di questo giorno, il principe non può permettersi fantasie bizzarre, pena di sembrare un carciofo! Tight e mezzo tight sono il cult della tradizione, ma una raffinatezza antica predilige l’abito scuro, a un petto solo, grigio o blu scurissimo, pantaloni lisci, senza risvolto, camicia bianca con gemelli, cravatta grigio argento, scarpe lisce, ben spazzolate ma con un leggero tono d’usato nella suola. Vietato lo smoking, che si può indossare dopo la cerimonia, per la festa, dopo i rintocchi delle ore venti. Un sussurro nell’orecchio in amicizia. State all’erta perché tocca a voi, cavalieri, la priorità dell’atteso gesto: per primi dovrete infilare sulle manine ben curate della consorte - unica parte nuda della donna - quella fede che, speriamo, non sarete poi i primi a perdere.
GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE
Se non potete resistere - giustamente! - a farli partecipare a questo evento rosa, assicuratevi che siano abituati a tenere un severo aplomb. Per essere certe di un buon risultato scegliete una persona di fiducia che sappia gestirli con rigore. Sono sempre i benvenuti, a patto che siano avvezzi a condividere con correttezza la compagnia dei loro fastidiosi non simili, adoperati ad annoiarli sempre con cicisbeici complimenti. Durante la cerimonia in chiesa il bon ton consiglia di farli attendere fuori; pur simpatico, il botolo che si morsica l’addobbo stona. Ma l’amore, è l’amore. E la sposa lo sa: un gatto o un cane non la tradiranno mai.
ADDIO AL NUBILATO
Svanita l’eco aggressiva di sarabande con maschi prosperosi, in quest’epoca di libertà la moda schiocca le dita alla limousine. Alveare d’amiche intorno all’ape regina, tubini neri alla Audrey e tacchi a spillo, un viaggetto con champagne e tante risate sulla mega automobile che scorrazza nubenda e damigelle in un sabba senza limiti, prima dell’atteso rito in bianco! Ma non solo candido.

Come un detto recita, addosso alla sposina ci deve sempre essere: qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato e qualcosa di blu, colore simbolo di purezza, fedeltà e soprattutto... notte. Perché, finito il primo giorno, arriva la prima notte e allora: tanti auguri e figlie femmine coi fiocchi!

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