
Buone notizie dall'Istat: nel primo trimestre 2025 il Prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% nei confronti del primo trimestre del 2024. Sempre tra gennaio e marzo, il Pil italiano è inoltre salito su base congiunturale più della Francia, che si è fermata al +0,1 per cento. Non solo. Dalle previsioni di crescita dell'economia europea pubblicate nei giorni scorsi dalla Commissione Ue, emerge che nei primi mesi di quest'anno l'Italia ha raggiunto la stessa Francia in termini di Pil pro capite a parità di potere d'acquisto, cancellando un divario che nel 2020 era del 10,1% e che nel 2015 si attestava ancora all'8,8 per cento. La Penisola, inoltre, è riuscita a dimezzare la distanza con la Germania, dal 24,3% di cinque anni fa al 13,9 per cento. Il Pil ricordiamolo - è considerato uno dei principali indicatori della ricchezza complessiva di un Paese, mentre il Pil pro-capite, che si ottiene dividendo il Pil per il totale della popolazione, fornisce una misura del benessere economico medio dei cittadini.
Ma torniamo ai dati Istat comunicati ieri. La crescita del Prodotto interno lordo diffusa il 30 aprile 2025 era stata anch'essa dello 0,3% mentre quella tendenziale era stata dello 0,6 per cento. Il primo trimestre del 2025, però, ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al primo trimestre del 2024. Facendo un confronto con il trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in aumento, con una crescita dello 0,1% dei consumi finali nazionali e dell'1,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute rispettivamente del 2,6% e del 2,8 per cento. Alla crescita congiunturale del Pil hanno contribuito la domanda nazionale, al netto delle scorte, per 0,4 punti percentuali, i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private (+0,1 punti), gli investimenti fissi lordi (+0,3) mentre il contributo negativo della spesa delle amministrazioni pubbliche è stato pari a 0,1 punti percentuali e la variazione delle scorte ha sottratto 0,3 punti. Positivo per 0,1 punti percentuali è risultato il contributo della domanda estera netta. Riguardo al valore aggiunto, sempre secondo i dati Istat, sono risultate in crescita agricoltura e industria (1,4% e 1,2% rispettivamente), mentre è lievemente calato il settore dei servizi (-0,1%). Sono cresciute dell'1% le ore lavorate, dello 0,5% i redditi pro-capite e dello 0,7% le posizioni lavorative. Quanto ai dati sull'inflazione, a maggio è calata all'1,7% ma il carrello della spesa continua a salire: al 3,1% dal 2,6% di aprile per la decisa accelerazione dei prezzi degli prodotti alimentari lavorati (+3,2% da +2,2%).
Nel frattempo, le famiglie hanno fatto il pieno di titoli di Stato. La ventesima edizione del Btp Italia si è infatti conclusa con una raccolta di circa 8,8 miliardi di euro e una significativa partecipazione dei piccoli risparmiatori. «Dalle informazioni raccolte», scrive il ministero dell'Economia, «si può desumere che nel corso della prima fase la partecipazione di investitori individuali è stata particolarmente rilevante rispetto a quella del private banking, con quote rispettivamente del 65% e del 35%».
Quasi due terzi degli istituzionali coinvolti erano italiani.
Il restante 34,6% è stato sottoscritto da investitori europei, in particolare residenti nel Regno Unito (11,8%), Paesi scandinavi (12,3%), Germania e Svizzera (5,1%) e Spagna (3,7%). Il nuovo titolo ha scadenza a 7 anni - data godimento 4 giugno 2025 e data scadenza 4 maggio 2032 - e un tasso cedolare (reale) annuo definitivo pari all'1,85%, pagato in due cedole semestrali.