"Forse era ancora viva...". L'agonia di Martina e quel sospetto sull'omicidio di Afragola

Il gip del Tribunale di Napoli Nord ha convalidato il fermo per Alessio Tucci. L'ipotesi è che la ragazza fosse ancora viva dopo essere stata colpita con una pietra

"Forse era ancora viva...". L'agonia di Martina e quel sospetto sull'omicidio di Afragola
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Martina Carbonaro forse era ancora viva dopo aver ricevuto il primo colpo. È quanto riporta il Corriere della Sera all'indomani della convalida del fermo di Alessio Tucci, il 19enne reo confesso di aver ucciso l'ex fidanzatina in un casolare abbandonato ad Afragola, nel Napoletano, la sera di lunedì 26 maggio. "Lei ha rifiutato un abbraccio. Era di spalle. L'ho colpita", ha ammesso il giovane davanti al gip Stefania Amodeo, titolare dell'inchiesta coordinata dalla Procura di Napoli Nord, che ha disposto la misura cautelare in carcere per l'indagato. Il capo d'accusa è pesantissimo: omicidio volontario pluriaggravato e occultamento di cadavere.

L'agonia di Martina

Martina è stata uccisa a colpi di pietra sulla testa. O almeno, questa è la versione che ha fornito Tucci durante l'interrogatorio di ieri mattina. Il giovane avrebbe usato un sasso come arma, salvo poi nascondere il cadavere all'interno di un armadio, sotto un cumulo di detriti e vecchi arredi. Ma un'atroce sospetto attanaglia gli inquirenti in queste ore: forse la 14enne era ancora viva dopo aver ricevuto il primo colpo. Fonti investigative rivelano al giornale di via Solferino che nel decreto di fermo a carico del 19enne si parla di una "probabile agonia della vittima". Tuttavia bisognerà attendere l'esito dell'autopsia, che sarà disposta nei prossimi giorni, per fugare ogni eventuale dubbio sulle circostanze del decesso. La Procura di Napoli Nord ha già fissato per il prossimo martedì 3 giugno il conferimento dell'incarico al perito che eseguirà l'accertamento autoptico.

L'ipotesi della crudeltà

La 14enne avrebbe ricevuto almeno tre colpi, poi l'aggressore si sarebbe reso conto che l'ex fidanzatina "non respirava più". Prima "ha sferrato un colpo, poi gli altri due con questa pietra", ha spiegato l'avvocato Mario Mangazzo, legale di Tucci, al termine dell'udienza di convalida del fermo. Tra le aggravanti contestate al 19enne c'è anche la crudeltà. Un'ipotesi che il difensore respinge con forza, sostenendo che non vi sia stato alcun accanimento da parte dell'assistito sulla vittima. Una circostanza, anche questa, che bisognerà verificare.

Le chat e i tentativi di depistaggio

Al momento, l'unica certezza resta quella relativa agli spostamenti di Tucci la sera del delitto. Dopo l'omicidio è tornato a casa, si è fatto una doccia, ha cenato e poi è uscito con gli amici. Si è disfatto della t-shirt di colore bianco, quella che indossava lunedì pomeriggio, verosimilmente sporca di sangue, gettandola in un cassonetto della spazzatura. Successivamente ha incontrato i genitori di Martina per unirsi alle ricerche della 14enne che, fino a poche ore prima del tragico ritrovamento, sembrava svanita nel nulla. Chi indaga non esclude che il giovane possa aver cancellato le chat con l'ex fidanzata nel tentativo di depistare le indagini. "Ha cancellato i messaggi per evitare che si riempisse la memoria del telefono, lo fa sempre", ha chiarito l'avvocato Mangazzo. Ma gli investigatori vogliono vederci chiaro e, nei prossimi giorni, tenteranno di recuperare quei messaggi.

Il dolore dei genitori di Martina

Sullo sfondo di questa drammatica vicenda resta il dolore inconsolabile di una mamma e un papà che hanno perso la loro unica figlia. Due genitori che sono stati presi di mira sui social, travolti da un vortice di odio inspiegabile, giudicati in quanto, secondo alcuni, sarebbero rimasti impassibili dinanzi alle telecamere dei tg.

Ma le lacrime di Marcello Carbonaro, mentre invoca "giustizia" per sua figlia all'esterno del Tribunale, le hanno viste tutti. Così come la sofferenza muta di Enza Cossettino, la madre di Martina. Tutto il resto sono parole al vento.

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