Ariela Piattelli
da Roma
Il Congresso dellUnione delle Comunità Ebraiche (Ucei) poteva essere loccasione per agevolare il dialogo tra lattuale governo e gli ebrei italiani sulla questione del Medioriente. Ecco invece unaltra occasione mancata. Prima dellatteso discorso di Prodi, il presidente del congresso, Giacomo Saban, ha salutato le autorità presenti (tra cui Gianfranco Fini, Fabrizio Cicchitto, Franco Giordano, Giovanni Maria Flick, lambasciatore dello Stato dIsraele in Italia Ehud Gol) rivolgendo un invito più che esplicito a Prodi a chiarire il termine «equivicinanza» usato da DAlema per descrivere la politica del neoministro degli Esteri in Medioriente: «Luso di certi neologismi, quali equivicinanza, ci turbano perché equivicinanza significa voler considerare uguali due entità che non lo sono - dice Saban - non solo ai nostri occhi, ma anche a quelli dellUnione Europea: significa accettare il terrorismo».
Dopo il presidente dellUcei, Claudio Morpurgo, prende la parola Prodi. La prima parte del discorso «ecumenico» è ineccepibile e fa ben sperare. Parla infatti della minaccia del risveglio dellantisemitismo in Europa e dellirriducibile contributo dellebraismo italiano alla società. Poi arriva al punto caldo della questione mediorientale: «Israele», «Pace», «Due popoli, due Stati». Silenzio sullequivicinanza dalemiana e sulle tristi vicende di Gaza, non una parola sul soldato israeliano sequestrato, Gilad Shalit. Hamos Guetta (delegato «Per i giovani insieme») non riesce a contenere la rabbia, concluso il discorso, perde le staffe e si lancia su Prodi: «Non ci sto Presidente! Lei non può non parlare del soldato rapito». E mentre Guetta viene fermato, Prodi sorridente tira dritto verso luscita. «Un discorso deludente - commenta Fini -, Prodi ha perso unoccasione per fare chiarezza sulla politica del governo in materia di Medioriente. Chiarezza che non è attesa soltanto dagli ebrei, ma da tutti gli italiani. Sullequivicinanza doveva ribadire che un conto è essere vicini ai due popoli e ai due Stati, ma ben altra cosa è essere ugualmente vicini ad Israele, Stato democratico, e ad un governo guidato da unorganizzazione terroristica come Hamas. Sono preoccupato dellatteggiamento ambiguo della maggioranza che sostiene questo governo nei confronti di Hamas, organizzazione terroristica a pieno titolo. Poi non si può dimenticare proprio in questo congresso che cè Ahmadinejad, che auspica lo sterminio del popolo ebraico. Cosa che non avveniva dai tempi di Hitler. E qualche giorno fa ho sentito esponenti del governo italiano dire che con quella repubblica islamica bisogna avere rapporti più stretti».
Secondo lex ministro degli Esteri, a Prodi è mancato il coraggio di parlare chiaro. Sulla stessa linea il vicecoordinatore di Fi Fabrizio Cicchitto: «Ho trovato preoccupante il silenzio di Prodi sul soldato sequestrato e sullequivicinanza. Non deve esserci ambiguità sul Medioriente. Esprimiamo allUcei solidarietà e la nostra vicinanza culturale, politica e umana». E in un congresso dove si lavora anche per difendere e spiegare le ragioni di Israele, le parole taciute da Prodi pesano come macigni. Secondo Yasha Reibman (delegato di «Per Israele») «il Presidente Prodi ha sbagliato file - ironizza il leader della comunità milanese - penso infatti che abbia preso quello del congresso del '98, quando non cerano né equivicinanze né soldati israeliani rapiti di cui discutere». Riccardo Pacifici («Per Israele») apprezza le parole di Prodi sullebraismo, ma prende atto che il presidente ha glissato sul Medioriente e poi lancia un appello: «Chiediamo al governo italiano di adoperarsi, attraverso una mediazione, per il rilascio del caporale israeliano sequestrato a Gaza».
Alcuni ebrei italiani speravano infatti che Prodi facesse in congresso un gesto pragmatico, come un appello per la liberazione del soldato Gilad. Ma lappello non è arrivato e cè chi spera che Prodi corra ai ripari in un secondo tempo. «Dopo lottimo intervento di stamattina al congresso dellUnione, Prodi aggiunga la sua voce a quella del ministro degli Esteri russo, che ha chiesto la liberazione del soldato israeliano rapito da Hamas a Gaza», invoca il delegato di Milano al congresso dellUcei e deputato dellUlivo Emanuele Fiano.
Dopo la visita di Prodi il congresso si è rimesso al lavoro, oggi saranno nominati i nuovi consiglieri dellUcei, e dovranno fare i conti con una maggioranza di governo che sembra ancora non comprendere fino in fondo le ragioni di Israele.
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