Cronaca locale

I sindacati: «Il nostro è un lavoro a rischio»

I sindacati: «Il nostro è un lavoro a rischio»

Dalle stazioni della metropolitana alle filovie alle linee che servono le periferie. Dopo l’aggressione all’agente di stazione nel mezzanino del metrò di Gessate si torna a parlare di sicurezza. I dipendenti Atm si trovano spesso in situazioni di pericolo e non sempre i sistemi tecnologici, il collegamento con le centrali operative e le telecamere sono sufficienti. Anche perché su certe tratte, soprattutto nelle ore notturne, il rischio di trovarsi in situazioni pericolose è abbastanza alto.
«L’aggressione di ieri dimostra la carenza persistente, in materia di sicurezza, che da tempo si registra sulle linee sia metropolitane che urbane di Atm» denunciano i sindacati dell’azienda dei trasporti. «E il personale, a contatto con l’utenza nello svolgere le proprie mansioni, ne subisce le gravi conseguenze».
L’allarme è lanciato dalla segreterie milanese di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Faisa, Ugl e Orsa dopo l’aggressione subita dall’addetto della stazione Gessate della metropolitana, che ora si trova in coma nel reparto di Rianimazione del nosocomio di Cernusco Sul Naviglio (Milano).
Denunciando «il ripetersi di gravi episodi di violenza nei confronti di lavoratori che svolgono con dedizione il proprio lavoro, difendendo gli interessi aziendali, ieri mattina sulla linea 2, ieri sulla linea 1, l’altro giorno in superficie», i rappresentanti sindacali «esprimono la loro solidarietà ai colleghi coinvolti e alle loro famiglie, impegnandosi alla risoluzione della sicurezza sul posto di lavoro, e a tal fine chiedono un incontro urgente al presidente Atm».
Proprio lui, il presidente Bruno Rota, ieri pomeriggio si è recato all’ospedale di Cernusco sul Naviglio al capezzale del dipendente in coma. L’uomo è ricoverato nel reparto di terapia intensiva, è in prognosi riservata e le sue condizioni sono gravissime.
Rota ha voluto esternare alla famiglia tutta la solidarietà sua e dell’azienda in questo momento difficile. Atm ha quindi offerto ai parenti del controllore - che ieri hanno chiesto il massimo riserbo sulla vicenda - le proprie strutture aziendali per un eventuale supporto psicologico ed economico.
Atm ieri, subito dopo l’aggressione del dipendente 49enne, ha fornito alla polizia i fotogrammi delle telecamere della stazione di Gessate.

«Rimangono forti preoccupazioni - continua l’azienda in un comunicato - per il susseguirsi di aggressioni ai danni dei lavoratori dell'azienda il cui unico torto è quello di lavorare con passione in favore della società e della città di Milano».

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