Basta dare la colpa al governo. Se si continuano a rifiutare investimenti per 800 milioni e centinaia di posti di lavoro la responsabilità è solo di Claudio Burlando. Così, senza troppi giri di parole, la spiegano i sindacati. Tutti i sindacati, non più divisi tra Cgil da una parte e Cisl e Uil dallaltra. Qui la cosa è fin troppo evidente e grave per cercare strade diverse. Lampliamento della centrale elettrica Tirreno Power di Vado Ligure è bloccato nonostante non ce ne sia motivo. Il progetto prevede una nuova centrale a carbone da 460 megawatt e interventi sulle altre unità esistenti in modo da renderle ancora meno inquinanti. In sostanza, più produzione e meno emissioni nocive. Per realizzare il nuovo impianto serviranno 4 anni e tra i 900 e 1000 operai impegnati. Poi, una volta messo in funzione, ci sarebbe la possibilità di nuovi posti di lavoro: 50 direttamente nella centrali, altri 200 nellindotto. Più una trentina legati alla manutenzione.
Insomma, unoccasione doro. Per di più offerta direttamente da Ansaldo Energia, un fiore allocchiello per la Liguria, unazienda che attende solo il via libera. Cosa manca? Che la Regione Liguria si decida. Che la smetta di correre dietro ai soliti comitati del «no». Oltretutto le garanzie arrivano direttamente dagli esperti. Oltre al fatto che i nuovi impianti saranno meno inquinanti, cè un giudizio favorevole del ministero dellAmbiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il ministero per i Beni e le Attività culturali. Un atto del 29 luglio 2009, che riprende il parere della commissione tecnica di verifica di impatto ambientale. Gli esperti non hanno dubbi, ma la Regione si fida di chi alza la voce e perde tempo. Tecnicamente si dice che la questione è al vaglio della conferenza dei servizi. Francesco Grondona, segretario regionale Fiom-Cgil la traduce con «il prolungarsi del rimpallo di responsabilità tra Regione Liguria e Comune di Vado Ligure». Claudio Nicolini, Fim-Cisl è diretto: «Manca solo la conferenza dei servizi per avviare liter». Antonio Apa, segretario della Uilm, lancia unaccusa esplicita alla politica locale: «Ansaldo Energia offre occupazione e chiede spazi che gli vengono negati. Invece si dà spazio ai container, che non portano né occupazione né valore aggiunto, oppure a supermercati e immobili».
Un attacco così netto dei sindacati alla politica economica di una Regione, per di più «vicina», di centrosinistra, non può che certificare il fallimento totale. Anche perché, a specifica domanda sui motivi dei ritardi a un progetto che porterebbe solo benefici alla Liguria, è ancora il segetario della Fiom-Cgil a scagliare un macigno: «Ci sono resistenze legate ai comitati, al solito Nimby, quelli del Non nel mio giardino sempre sulle barricate». Grondona non risparmia critiche: «Ci sono 20mila metri quadrati disponibili in porto: siamo in presenza di diseconomie di scala palesi, questo via vai con Massa, dove Ansaldo energia assembla le sue macchine, provoca un incomprensibile turismo di turbine. È un progetto di politica industriale sul territorio sottovalutato».
Lo sfogo dei sindacati non è estrapolato da una mezza frase. Latto di accusa è continuo è ripetuto con convinzione. Nicolini, della Fim Cisl, spiega: «Qui siamo di fronte ad un progetto di 800 milioni sul territorio locale: Ansaldo Energia che ad esempio in Algeria si è vista fermare due importanti progetti per linstabilità politica, qui farà la sua gara. Non chiediamo privilegi, ma siamo certi che giocherà al meglio le sue carte sfruttando la felice collocazione geografica».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.