Luca Telese
da Roma
Daniele Capezzone sorride mentre cesella il suo paragone affettuosamente sarcastico: «Quanti mariti ha avuto Liz Taylor? Cinque? Sei? Ho perso il conto. E non vorrei che la stessa cosa accadesse allo Sdi, che in preda alla... Sindrome di Liz continua a organizzare matrimoni e divorzi e a non trovare pace. I socialisti sono così. Ma noi non molliamo, e vogliamo rilanciare il nostro progetto comune».
Per la cronaca: Liz Taylor è riuscita a stabilire un piccolo record; si è sposata otto volte con sette mariti, partendo dallereditiero Conrad Hilton Jr., per passare allattore Michael Wilding, al produttore Mike Todd, al cantante Eddie Fisher, allattore Richard Burton, per poi impalmare il senatore John Warner, e chiudere (per ora!) con il mitico carpentiere Larry Fortensky (ventanni più giovane, beata lei). Effettivamente anche lo Sdi qualche stato di famiglia lo ha redatto: le prime nozze con la lista Dini, un lungo fidanzamento con il Trifoglio (repubblicani e cossighiani), un matrimonio elettorale con i Verdi nel Girasole (nemmeno di convenienza, purtroppo, insieme presero meno che da soli) e infine queste nozze annunciate (ma non ancora consumate, malgrado le partecipazioni delle ultime politiche al 2,5%) con i radicali. La battuta di Capezzone, dunque è la migliore fotografia del curioso momento attraversato dalla Rosa nel Pugno, di questa difficile unione fra radicali e socialisti che è già un po fotoromanzo: si mettono insieme, bisticciano, dicono di volersi ancora bene, si scambiano dimissioni (vedi Roberto Villetti), messaggi damore, rappacificazioni e carognate e poi si punzecchiano con quella certa ferocia coniugale che è nota solo agli avvocati divorzisti e ai coniugi che hanno sepolto le loro storie nella narcosi degli alimenti disposti dal giudice.
Marco Pannella passa ore a Radio radicale per invocare lamato Enrico Boselli e nel contempo accusarlo di «Assenza» (dal tetto coniugale). Linteressato - un uomo che non perde mai il suo aplomb - risponde riunendo le truppe e dicendo che la fusione in un unico partito «Si può fare, ma solo nel 2009». I suoi fedelissimi propongono mediazioni: «La federazione oggi è il massimo di unità possibile» (Ugo Intini). E sempre Capezzone, che è giovane e smagato ribatte: «Ma di che stamo a parlà? Fare il partito unitario nel 2009 è come farla nellanno del mai. No, rilanciamo subito». Intanto si celebra il congresso dei giovani socialisti che diventa teatro di scaramucce parentali al pari delle classiche festicciole dei figli dei genitori separati. Capezzone, con un intervento che tocca le corde della radicalità riformista strappa valanghe di applausi ai giovani, che guardano lungo e continuano ad auspicare la riconciliazione dei «grandi».
Ma subito dopo qualche gerarca (piccolo o grande non si sa) sbatte la porta in faccia al líder máximo Pannella spiegando che «non gli è consentito di parlare nella seduta di domenica» (oggi per chi legge). Allora Capezzone denuncia lo sgarbo, e il leader dei «socialistini», il fino a oggi anonimo Gianluca Quadrana, precisa: «Linvito è valido, ma solo per stasera» (ieri, per chi legge). Bella fregatura. Così Marco si farà sentire alle 11 sempre da Radio radicale, come quei padri che vanno a prendere i figli di nascosto nel giorno di affidamento della madre.
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