I sondaggi premiano il Cav e lui rilancia sulla Carta «È necessario cambiarla»

RomaUno si informa, cerca di capire, annusa l’aria del Palazzo e quasi si convince: Berlusconi è al tramonto, sebbene lui non ci pensi minimamente ad arretrare e, anzi, rilancia. Lo fa in un messaggio in cui ricorda Cossiga e ribadisce la necessità di «modificare la Costituzione», che «non è un dogma» e rievoca il ’94 e la sua «discesa in campo per difendere la libertà dall’attacco di forze illiberali». Un Berlusconi che alcuni dipingono preoccupato perché - si sarebbe sfogato coi suoi - interessi più alti si stanno muovendo per un governo tecnico e fanno il tifo per certa magistratura. Sono in tanti a dipingerlo lesso: lo spiegano i grandi giornali; lo pensano nei salotti radical chic; lo sostengono, da sempre, la sinistra e, dall’altroieri, pure Fini e compagni; lo ripetono i Santoro; lo scrivono ogni giorno le Perina e i Filippo Rossi. Sì, insomma, Berlusconi è alla frutta. Uno ci aggiunge le inchieste che picchiano duro su di lui e questo, ormai, quasi non fa più notizia; e quelle che investono gli uomini a lui vicini; e l’ultima autocritica del Cavaliere con quell’«immagine non entusiasmante per alcuni errori del partito» e il risultato pare scontato. Stando così le cose, la maggioranza è arrivata al capolinea e forse all’elettore di centrodestra viene voglia di scendere. Vero? No. Perché al di là delle suggestioni, la realtà è ben diversa.
La dicono i sondaggi ma, si badi bene, non quelli commissionati dal premier. A fotografare la realtà è Alessandro Amadori, da vent’anni nel campo delle ricerche di mercato e fondatore dell’istituto Coesis Research, di cui è direttore. Amadori è di destra? Mica tanto, posto che il candidato del Pd alla Regione Lombardia Filippo Penati gli chiese di correre alle elezioni provinciali del 2009. Detto questo, Amadori sciorina i suoi dati: «Abbiamo fatto una meta analisi sull’insieme dei sondaggi effettuati in questo periodo. Si nota una certa crisi dei partiti principali, Pdl e Pd. C’è una delusione verso il Pdl ma non del governo. Eppure non c’è entusiasmo nel Pd, eterna promessa». Ma come? Berlusconi non è in coma? Non solo: «In questo momento l’alleanza Pdl e Lega ha un consenso significativamente superiore a quella del Pd-Idv - sentenzia Amadori -. Sette punti differenza». Oibò. «Il Paese, di fondo, resta orientato verso il centrodestra». E i finiani, che ieri esultavano dicendo che «La risalita prosegue perché dal 5% di inizio settembre siamo passati all’8%»? Mica vero. Amadori ridimensiona il Fli: «È intorno alla soglia del 3,5/4% e rischia di non superare lo sbarramento». Le parole del professore squarciano il velo farlocco di chi dipinge il centrodestra esausto, ma il piddino Latorre fa di più. Ammette il dato di fatto: «Lo scenario che fa Amadori è assolutamente vero e ho apprezzato i dati che ha portato. Questa maggioranza, tuttavia, sta venendo meno politicamente». Però rivincerebbe. Insomma, il Paese sta ancora con Berlusconi che, in partenza per villa Certosa per qualche giorno di riposo, ieri è intervenuto con una telefonata in diretta alla trasmissione «Vite straordinarie», di Rete4, tutta dedicata al direttore del Tg4 Emilio Fede. Un’occasione per ribadire quello che pensa della sinistra: «dice che è cambiata ma è sempre la stessa; aggredisce gli avversari e si giova di magistrati politicizzati per ribaltare il consenso popolare dato ad altri. Anche con Bersani la sinistra resta illiberale».

In mattinata, invece, il messaggio letto in Senato dal sottosegretario Gianni Letta, in ricordo del presidente Francesco Cossiga: «La Costituzione può essere adattata ai tempi. Tant’è vero che Cossiga non esitò a picconarla».

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