Cronaca locale

I suoni trascinanti degli Incognito arrivano al Blue Note

Antonio Lodetti

Un suono colorito, una musica poliedrica servita in un cocktail dai colori multietnici, un ritmo vibrante che guarda al futuro con un occhio ai grandi del soul anni Sessanta. Ingrediente di base è il funky; sommelier di lusso sono gli Incognito, la creatura di Jean Paul Munick, in arte Bluey, che da stasera a domenica torna (con due concerti per sera) a rendere torrida e ballabile l’atmosfera del Blue Note e a festeggiare i 25 anni di attività.
Nati negli anni Ottanta sull’onda del movimento Brit Funk, presto scomparsi per poi ritornare, dieci anni dopo, con la forza e le idee del nuovo Jazz Funk che ruota attorno all’etichetta Talkin’ Loud di Gilles Peterson, gli Incognito sono un intrigante contenitore sonoro che si allarga dall’acid jazz al pop.
Impossibile resistere al loro sound trascinante: lo dimostra il recentissimo album Adventures In Black Sunshine e la doppia antologia, in uscita in questi giorni per festeggiare il loro anniversario: Incognito. Let the Music Play. 25th Anniversary Album. Complete Selection. Adventures in Black Sunshine è l’omaggio ad un personaggio pittoresco, un tempo proprietario di un celebre negozio di dischi nella Portobello londinese. («Era una bottega delle meraviglie che conteneva tesori nascosti»).
L’antologia raccoglie tutti i brani famosi della band, dal primo successo Parisienne Girl a Crazy For You, dalla cover di Listen to the Music dei Doobie Brothers a Everyday con l’aggiuta dell’inedita All I Want Is You. «Il funky non muore mai - dice con entusiasmo Bluey, nativo di Trinidad ma inglese d’adozione -, è il ritmo trascinante della buona musica. È presa di coscienza e al tempo stesso divertimento: quello che noi chiamiamo groove». Quello che li spinge ad estenuanti esibizioni sui palchi di mezzo mondo. «Sulla Terra siamo di passaggio, l’unica cosa che rimane è il frutto del nostro lavoro. Spero che la musica degli Incognito mandi un messaggio positivo. La nostra musica è attuale ma è come una vecchia Citroën: non ha età e non si ferma mai. Spero che aiuti a sognare e a cercare un mondo migliore».
Gli Incognito amano il ritmo, la fantasia, il dialogo con il pubblico. «Siamo molto influenzati dalle band che coniugano arrangiamenti potenti e ritmiche ballabili. Per essere originali le nostre canzoni si ispirano ad artisti molto diversi tra loro». Per esempio Otis Redding e Carlos Santana, i Towers of Power e il jazz di Charlie Parker, gli Earth Wind & Fire e i Beatles. «Ma il mio disco preferito di tutti i tempi - sottolinea Bluey - è What’s Goin’ On di Marvin Gaye, perfetta sintesi di sensualità e poesia».

Alternando voci come quelle di Maysa Leak, Jocelyn Brown, Chyna, l’ex Young Disciples Joy Malcom, con un occhio sempre attento alle melodie orecchiabili e di facile presa, gli Incognito hanno creato un marchio di fabbrica che - attraverso dischi come Tribes Vibes and Scribes e Beneath the Surface intriso di r’n’b - sfida il tempo e le mode.

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