Mariuccia Chiantaretto
da Washington
La terra non può attendere, bisogna salvarla, e per farlo i capi dei Paesi più industrializzati del mondo devono intervenire subito e con decisione.
Laccorato appello è stato firmato dagli scienziati delle Accademie delle scienze dei Paesi del G8 più Brasile, Cina e India. I governi, si legge nel messaggio, non devono procrastinare lintervento: sono di fronte a uno dei più gravi pericoli che corra lumanità.
Gli scienziati degli 11 Paesi hanno impiegato mesi per mettere a punto il loro appello, presentato alla vigilia della riunione del G8 a Gleneagles, in Scozia, lo stesso giorno dellincontro alla Casa Bianca fra Tony Blair e George Bush. Il premier inglese ha tentato a sua volta, senza successo, di convincere il presidente americano a unulteriore riduzione delle emissioni di gas che provocano leffetto serra. Le buone intenzioni di Blair si sono però scontrate con la ferma volontà di Bush di evitare imposizioni per gli industriali americani fino al 2012 e di affidarsi invece alla loro collaborazione volontaria.
Tra i firmatari dellappello degli scienziati vi sono il presidente della US National Academy of Sciences, Bruce Albert, che da anni sollecita la Casa Bianca a prendere provvedimenti contro i pericoli delleffetto serra.
Il presidente della Royal Society inglese, Lord May, ieri ha attaccato George Bush accusandolo di ignorare i consigli dei suoi scienziati e di perseverare nel rifiuto del protollo di Kyoto.
«Lattuale politica americana sul cambiamento di clima della terra - ha detto Lord May - è sbagliata. Il presidente Bush rifiuta di accettare i consigli dellAccademia delle scienze, mentre è essenziale che gli americani aderiscano al protocollo per il semplice motivo che sono responsabili di un importante quantitativo di emissioni che sono allorigine delleffetto serra».
Secondo le statistiche, dal 1990 al 2002 negli Stati Uniti le emissioni di anidride carbonica sono aumentate del 13%. Si tratta di una percentuale superiore a quella dei tagli previsti dal protocollo di Kyoto se tutti i Paesi aderissero al programma per tentare di salvare il pianeta.
«La riunione del G8 - ha spiegato Lord May - è unoccasione unica per il presidente Bush per segnalare che non intende continuare a ignorare le prove scientifiche e vuole iniziare a mettere in pratica le misure necessarie per ridurre le emissioni dannose».
Mentre in Europa infuria la polemica contro gli americani, il New York Times pubblica in prima pagina la storia di un funzionario della Casa Bianca che avrebbe modificato arbitrariamente i rapporti degli scienziati sulle condizioni dellambiente. Secondo il giornale, il capo del Consiglio per la qualità dellambiente, Philip Cooney, sarebbe intervenuto sui rapporti pubblicati nel 2002 e 2003 rimuovendo parole chiave o aggiungendone altre allo scopo di rendere i concetti espressi più consoni alla politica del presidente Bush. Cooney, laureato in Economia, non ha alcuna preparazione scientifica.
Tra gli esempi citati dal giornale cè una frase del rapporto del 2002 «Our Changing planet». Il paragrafo originale, scritto dagli esperti, diceva: «Molte osservazioni scientifiche indicano che la terra attraversa una fase di cambiamenti relativamente rapidi». La versione pubblicata dopo lintervento di Cooney recita: «Molte osservazioni scientifiche sembrano portare alla conclusione che la terra potrebbe avere iniziato un periodo di cambiamenti relativamente rapidi».
Fra le decine di «correzioni» cè anche linserimento delle parole «significative e fondamentali» davanti a «incertezze», in modo, suggerisce il New York Times, di mettere in dubbio prove decisive raccolte dagli esperti.
Un altro consigliere dellamministrazione Bush intervenuto attivamente per «ammorbidire» le posizioni degli scienziati è Halan Watson, lesperto di ambiente del dipartimento di Stato.
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