I tagli alle spese sono un bluff. Alla Camera 28 milioni in più

Tra l’acquisto di opere d’arte e le esigenze di pulizia, Montecitorio brucia quasi 1,2 miliardi. Aumentano anche vitalizi, trasporti e contributi per i gruppi

I tagli alle spese sono un bluff. Alla Camera 28 milioni in più

da Roma

Sarà che ridurre i costi della politica è «sacrosanto», sarà che bisogna evitare la demagogia, ma quando il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, afferma, come ha fatto ieri, che non bisogna usare l’«idea della scure» per tagliare i privilegi non può essere smentito. Perché nell’affrontare l’argomento i deputati tutto hanno utilizzato tranne che la scure.
Le velleità «francescane» della politica italiana sono troppo recenti per poter correggere l’abitudine alle prebende. Sono solo tre, infatti, le iniziative intraprese per invertire la tendenza. In primis, la Finanziaria 2006 di Tremonti che prevedeva la riduzione del 10% le indennità dei parlamentari. In seconda battuta, la manovra dell’anno scorso che ha leggermente raffreddato gli aumenti per i dipendenti della pubblica amministrazione con retribuzione superiore a 53mila euro annui. Infine, una decisione comune degli uffici di presidenza di Camera e Senato nello scorso luglio intende congelare i vitalizi dei parlamentari. Ma a partire dalla prossima legislatura. Forse.
Il risultato. Tra il consuntivo 2006 e le previsioni del bilancio 2007 della Camera dei deputati gli stanziamenti di cassa (cioè pagabili indipendentemente dall’accertamento. ndr) per le spese dei deputati sono aumentati del 2,4% passando da 1,17 a 1,2 miliardi di euro circa. Con buona pace di Bertinotti e dei suoi propositi di «razionalizzazione che renda più efficiente la risposta della politica e delle istituzioni». La somma non dice tutto. Su base annua sono aumentate del 3% le risorse a disposizione dei deputati da 167 a 172 milioni. È andata ancora meglio al personale (+3,4% a 228 milioni).
Indennità «diminuite». Dai 92 milioni dell’anno scorso, quest’anno si passa a circa 95. E l’austerity? Effetto del mancato sganciamento dal meccanismo di aumento salariale dei magistrati di Cassazione. Si torna così sugli stessi valori del 2005. Anche i rimborsi passano da 75 a 77 milioni.
Le pensioni. Per gli ex deputati si chiamano «vitalizi». Gli stanziamenti passano da 127,5 a 131,2 milioni. Se si sommano anche i rimborsi delle spese di viaggio agli onorevoli cessati dal mandato il capitolo di spesa segna un incremento del 3% da da 129 a 133 milioni. Non meno costose le pensioni del personale della Camera: +5,6% a 170 milioni.
Auto & Aerei. Se non bastassero i 10,5 milioni di rimborsi delle spese di viaggio dei parlamentari, ci sono altri 14,2 milioni (+17% annuo) pronta cassa per i trasporti. Nel dettaglio: 9,8 milioni per aerei inclusa la circoscrizione estero, 2,1 milioni per i treni, 2 milioni per i pedaggi e 200mila euro per noleggio di automezzi. Il ministro Mastella è in buona compagnia.
Di tutto un po’. Nel bilancio di previsione 2007 aumentano del 2,9% gli stanziamenti per cassa per l’acquisto di beni e servizi a 76,9 milioni. In questo capitolo c’è di tutto un po’ dai traslochi e facchinaggio (1,5 milioni) all’acquisto di quotidiani e periodici (1,086 milioni), alle spese per la rappresentanza. Si tratta di 925mila euro che si devono sommare alle analoghe voci per il cerimoniale (916mila euro) e per le bicamerali (75mila euro) e la Vigilanza Rai (25mila euro). Senza dimenticare i 2,1 milioni (1,65 milioni nel 2006) per le missioni interparlamentari e internazionali.
Caro-mattone. È una vecchia storia ma resta il fatto che per i canoni di locazione Montecitorio stima di spendere circa 42 milioni quest’anno, il 5,6% in più del 2006. In aumento del 3,3% le spese di pulizia a 10 milioni, mentre la dotazione per l’acquisto di opere d’arte è stata incrementata del 60% a 80mila euro.
Valori.

Annotato che i contributi elargiti ai gruppi parlamentari sono cresciuti del 5,5% a circa 35 milioni e ricordato che non sempre le previsioni di spesa si esauriscono (il fondo cassa iniziale supera i 300 milioni, ndr), resta quello che Bertinotti chiama «il valore insostituibile della democrazia». Attraverso queste risorse dovrebbe esplicarsi appieno e, forse, rimarrebbe anche lo spazio per qualche risparmio.

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