I talebani liberano tutti i coreani

da Kabul

Sono stati rilasciati ieri, in due gruppi, gli ultimi sette ostaggi sudcoreani rapiti dai talebani lo scorso 19 luglio. I sette, tre uomini e quattro donne, sono stati consegnati dai loro rapitori a capi tribali i quali li hanno a loro volta passati alla Croce rossa internazionale. A dare l’annuncio è il comitato internazionale dell’organizzazione stessa. L’operazione è avvenuta nei pressi di Ghazni, nel sud dell’Afghanistan.
Con quest’ultima consegna si chiude il drammatico capitolo della crisi degli ostaggi sudcoreani che ha tenuto Seul col fiato sospeso per oltre un mese. La vicenda è iniziata il 19 luglio, quando i talebani rapirono a Ghazni un gruppo di 23 attivisti sudcoreani cristiani, in prevalenza donne. Due ostaggi, due uomini, furono uccisi pochi giorni dopo per il no di Kabul alla richiesta talebana di liberare alcuni militanti integralisti detenuti in carcere. A nulla sono valse le pressioni di Seul sul governo di Karzai.
I talebani stabilirono che in cambio del rilascio degli ostaggi, Seul doveva ritirare il proprio contingente, composto da personale tecnico e medico, dal Paese. Furono liberate due donne «in segno di buona volontà».

L’accordo fu raggiunto dopo varie trattative tra gli emissari del governo coreano e i guerriglieri e ieri sono stati rilasciati 12 ostaggi, a gruppi di tre-quattro persone per volta, consegnati alla Croce rossa internazionale.
Il ritiro dall’Afghanistan era già nei piani di Seul, ma la decisione è stata accelerata dalla crisi degli ostaggi.

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