Per il signor Rossi erano nomi in codice. Bce, Euribor, non parliamo dello spread. La prima volta che li ha visti scritti fu quando si presentò allo sportello della sua banca non per prelevare soldi suoi, ma per chiederli in prestito. Un mutuo, la casa, il sogno che si realizza, il miraggio fatto realtà. Il signor Rossi aveva firmato fidandosi del signore in giacca e cravatta che gli parlava calmo, gli toglieva ogni dubbio, lo rassicurava, e quella scomoda poltroncina girevole dove il consulente l'aveva fatto accomodare gli sembrava d'un tratto confortevole come quella del salotto nuovo.
La seconda volta che il signor Rossi ha sentito parlare dell'Euribor è stato l'anno scorso. Il tg raccontava che i mutui affondavano le banche americane, ma chi va a pensare che i problemi si sarebbero trasferiti dai grattacieli di Manhattan alla sua villetta a schiera. Invece le brutte notizie gli erano arrivate chiuse in una busta della banca che gli annunciava l'aumento della rata. Il signor Rossi era tornato nella filiale, e l'impiegato in giacca e cravatta (e con i capelli ingrigiti) l'aveva frastornato a suon di tassi che salgono, banche che chiudono, case pignorate. Bisognava tirare la cinghia. «Mi terrò più informato», si era ripromesso il signor Rossi. E sul giornale dell'altro giorno ecco il titolone a lungo atteso: altro taglio del tasso Bce. Ormai sapeva che la sigla stava per Banca centrale europea, quella presieduta dal francese Jean-Claude Trichet, aveva imparato anche che l'Euribor è il tasso al quale è agganciato il suo mutuo indicizzato. Insomma, la rata scende. Il signor Rossi è tornato nuovamente in filiale per sapere di quanto. Il funzionario, stempiato, ha preso la calcolatrice. Gli ha ricordato che finalmente i tassi avevano invertito la marcia: ai primi di ottobre, l'Euribor 6 mesi (i tassi interbancari sono una quarantina) viaggiava attorno al 5,4 per cento mentre giovedì, dopo il ribasso del tasso ufficiale Bce, era sceso al 4,6. Mai così basso da febbraio.
«Che cosa mi cambia?», ha chiesto il signor Rossi. Dipende, ha risposto il bancario: «Dalla durata, dal tasso, dalla scadenza della rata, dal capitale residuo. Direi sui 30 euro per rata». «E quanto durerà il ribasso?». Dipende, ha ripetuto l'altro. «E' ancora presto per capire se le oscillazioni di questi giorni sono un assestamento fisiologico o una tendenza consolidata». La nebbia scende sul signor Rossi.
Ma le sue domande non sono finite. «Ho sentito che una banca lancerà mutui legati al tasso Bce e non più allEuribor». È il gruppo Bipiemme, l'aveva letto sul giornale: «Maggiore trasparenza, maggiore stabilità, maggiore convenienza», era scritto. «In effetti, negli ultimi cinque anni il tasso Bce è stato più competitivo rispetto all'Euribor - ha precisato l'uomo dello sportello -. Oggi è al 3,25 per cento, 0,85 punti meno dell'Euribor 1 mese e 1,35 punti meno dell'Euribor 6 mesi». «Quindi?». «Quindi è unalternativa interessante, ma tenga conto che bisogna dare ai mercati il tempo di assorbire il calo dopo i forti rialzi dei mesi scorsi. La scelta del tasso Bce non le garantisce di godere sempre di un tasso più basso. Dal 2001 al 2003 è stato superiore, e in condizioni normali la differenza con l'Euribor non supera lo 0,2-0,3 per cento».
Il signor Rossi era partito con un interrogativo semplice e si è ritrovato una risposta molto complicata. Decide di approfondire. In una filiale della Banca Mediolanum gli spiegano: «Noi abbiamo deciso di abbassare unilateralmente tutti gli spread, compresi quelli dei vecchi mutui. Quando calano i tassi, il beneficio è limitato al capitale residuo; ma tagliando tutti i tassi estendiamo i vantaggi anche a chi era già nostro cliente». «Un bel costo per la vostra banca». «Che però si è rivelato un investimento: abbiamo ricevuto 22mila nuove richieste di mutuo di cui la metà di surroghe di vecchi contratti». Perché il taglio dello spread si applica anche a chi trasferisce un mutuo già acceso altrove.
Nella filiale della Barclays Italia, il signor Rossi si imbatte in Stefano Dragoni, responsabile del Business mutui. «C'è ancora grossa carenza di liquidità - gli dice il manager -. Il calo dell'Euribor è ancora modesto, anche se va apprezzata l'operazione voluta dalla Bce per infondere fiducia nel mercato ancora in preda alle turbolenze. Il taglio dei tassi favorisce la circolazione dei capitali interbancari, per i consumatori il vantaggio è relativo». Che odissea.
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