da Parigi
La guerriglia urbana sembra improvvisamente riesplosa nelle periferie francesi. Quella appena conclusasi è stata la terza notte consecutiva di tensione, dopo l'incidente costato la vita domenica a due adolescenti, che - non avendo rispettato una precedenza - sono andati a schiantarsi in moto (senza casco) contro un'auto della polizia. Avrebbe potuto trattarsi di un veicolo qualunque, ma il fatto che appartenesse alle forze dell'ordine ha provocato la raffica delle violenze.
Negli scontri della sola notte tra lunedì e ieri sono rimasti feriti 84 agenti. Sei di loro sono stati colpiti da proiettili darmi da fuoco. Un poliziotto è stato raggiunto da un colpo di fucile alla spalla. Molte bombe molotov sono state lanciate contro i poliziotti. «Volevano farci quanto più male possibile. Speravano di ucciderci!», dichiara uno di questi ultimi.
La città di Villiers-le-Bel, in cui sono morti i due adolescenti in moto, resta l'epicentro degli scontri, che si sono tuttavia espansi ad altre località della grande banlieue parigina. Il rischio di contagio è fortissimo. Proprio come due anni fa, i gruppi di teppisti agiscono in modo organizzatissimo, disperdendosi e ritrovandosi come se fossero guidati da una sola mente. La rivolta si è già allargata ad altre città della Francia, a Tolosa sono state date alle fiamme una libreria e decine di auto.
Come allora vengono colpiti tutti i simboli dello Stato: ieri a Villiers-le-Bel sono state distrutte col fuoco due scuole e una biblioteca. Come allora le auto private vengono trasformate nottetempo in altrettanti roghi, i supermercati vengono saccheggiati, le vetrine dei negozi distrutte a sprangate. Gli osservatori sono sorpresi dall'estrema violenza e dalla perfetta organizzazione della nuova rivolta. Nella periferia parigina sono annidati gruppi di giovanissimi delinquenti (ieri il primo ministro François Fillon li ha definiti «criminali») intenti a preparare da anni una nuova ondata di guerriglia contro tutto e tutti. Aspettavano una scintilla che adesso è arrivata.
Le forze dell'ordine sono sull'orlo di una crisi di nervi. Ormai da un mese e mezzo gli agenti sono mobilitati giorno e notte contro scioperi, manifestazioni, occupazioni universitarie e adesso violenze urbane. «C'è stato un salto di qualità nella violenza e noi stavolta rischiamo costantemente di essere colpiti dalle armi da fuoco. In tanti altri Paesi europei i nostri colleghi risponderebbero con le armi, mentre noi dobbiamo porgere l'altra guancia», ci dice un poliziotto parigino.
Il malumore degli agenti sta ormai condizionando il comportamento delle autorità. Ieri Fillon e la titolare dell'Interno Michèle Alliot-Marie hanno reso omaggio ai feriti. Oggi il presidente Sarkozy rientra da un viaggio in Cina per un vertice demergenza e potrebbe recarsi immediatamente al capezzale dei poliziotti che hanno riportato le ferite più gravi. Farà un appello alla calma e incontrerà anche le famiglie dei due adolescenti morti domenica pomeriggio in moto.
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