Dopo i Tremonti bond fondazioni e banche verso nuovi equilibri

MANOVRE Le mosse di Corrado Passera per un riavvicinamento alle posizioni di Bazoli e Guzzetti

Nei giorni dopo la decisione di non utilizzare i Tremonti bond da parte di Intesa San Paolo e Unicredit, l'atmosfera non è del tutto tranquilla né in Piazza Cordusio né alla Ca’ de Sass. Ci si aspettava le reazioni del ministro, ma sono state più vivaci (e accompagnate dal consenso di larga parte del mondo dell'imprese) del previsto. Con preoccupazione vengono viste anche le parole di Mario Draghi. Quando in Bankitalia ci s'interroga sullo strapotere delle grandi banche, non pare ci si rivolga solo ai colossi statunitensi. Quando s'invita a ricapitalizzarsi con particolare cura per finanziare la produzione non sembra esserci molta distanza dalle lezioni tremontiane. I grandi istituti di credito italiani dovranno studiare con attenzione quello che sembra maturare anche oltre Atlantico, certe insofferenze obamiane per una finanza che vuol riprendere gli antichi giochi, e si dovrà anche studiare che cosa cambierà con un governo tedesco più libero di agire: il governatore, persona di peso nella scena internazionale anche per il suo ruolo di presidente del Financial stability board, questi conti pare averli già ben bene fatti.
Il più attivo sulla scena è oggi senza dubbio Corrado Passera, anche perché pesano le tre astensioni nei consigli di gestione e sorveglianza - tra le quali quella di un consigliere di nomina fondazione Cariplo - sulla sua proposta di non utilizzare i Tremonti bond. Si è notata la sua presenza alla Veneranda biblioteca ambrosiana a salutare la prima uscita pubblica di Ettore Gotti Tedeschi come presidente dello Ior. Si commentano i nuovi rapporti della sua banca con Pirelli real estate anche come elemento di relazioni con una personalità della comunità economico finanziaria milanese della portata di Marco Tronchetti Provera. Si colgono le iniziative simpatetiche verso le amministrazioni di centrodestra del Comune e della Provincia di Milano, la prima risolutiva anche nel pasticcio di Risanamento, la seconda omaggiata dalle dimissioni di ben due consiglieri della Pedemontana spa di nomina Intesa, consentendo così al neopresidente Guido Podestà di fare le sue scelte sin da subito. Nelle mosse di Passera si vede anche la volontà di riassorbire le differenziazioni che ci sono state da Giovanni Bazoli e Giuseppe Guzzetti, quest'ultimo assai attento al prossimo futuro (non una cosa di mesi ma di qualche anno, però comunque dietro l'angolo) di quando ben dieci province su undici di centrodestra nomineranno la prossima commissione di beneficenza (l'organo di governo) della fondazione Cariplo. Mosse tutte ispirate a una grande cautela ma anche alla grande iniziativa di un uomo pieno di verve come Passera, che grazie al rapporto costruito da Luca Cordero di Montezemolo conta persino sulla protezione di Guglielmo Epifani.
Anche in Piazza Cordusio non sono sempre rose e fiori, il rapporto con le fondazioni è stato più semplice una volta distribuito il dividendo. Ma la decisione di vendere un po' in fretta il patrimonio immobiliare non sempre convince tutti. Più in generale qualche riserva strategica è ancora sollevata da un Paolo Biasi, presidente di Cariverona in particolare sintonia con il suo sindaco leghista Flavio Tosi.

E anche il geniale Fabrizio Palenzona, vero regista oggi in campo all'Unicredit, si chiede che cosa succederà alla Fondazione Crt (che ha assorbito l'ex Cassa di risparmio di Torino) se a un sindaco «democratico» come Sergio Chiamparino che fa il tifo per la produzione contro il bancocentrismo, si aggiungerà un presidente di Regione tipo il leghista Roberto Cota.

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