da Torino
La fiamma olimpica si è arresa ai No Tav. Lhanno fatta arrendere: al 57° giorno di viaggio in Italia, il simbolo delle Olimpiadi ha dovuto cambiare strada. È successo ieri all'uscita di Susa. A farla deviare il movimento anti alta velocità che dopo aver bloccato i cantieri ferroviari della linea Torino-Lione hanno deciso di prendersela con lappuntamento che Torino e tutto il Piemonte aspettano da dieci anni. Il movimento No Tav e chi gli ruota attorno, anarchici e no global, hanno costretto la carovana della torcia a fare dietrofront. Niente Bassa di Susa, hanno deciso forze dell'ordine e organizzatori: finire tra le centinaia di persone intenzionate a contestare, a Bussoleno, sarebbe stato troppo rischioso. Tanto più che già nei suoi primi metri in Val di Susa in migliaia avevano salutato il passaggio della torcia con slogan anti-globalizzazione.
Il repentino cambiamento di programma della fiaccola è stato un piccolo incidente diplomatico, a cinque giorni dallinaugurazione dellOlimpiade di Torino 2006 che ha irritato il presidente del Cio Jacques Rogge e tutto l'esecutivo del comitato olimpico mondiale, in riunione al Lingotto di Torino. Rattristati il direttore generale del comitato organizzatore olimpico, Cesare Vaciago, e il vicepresidente Pierpaolo Maza che avevano incrociato le dita vedendo passare la fiaccola tra centinaia di persone con le bandiere No Tav, nel centro storico di Susa.
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