I vertici regionali del partito e i parlamentari del collegio bocciano l’idea di An e Udc. «Il primo obiettivo è arrivare al ballottaggio, ci vuole unità» «Candidato unico, ma senza le primarie» La ricetta di Forza Italia per le comunali: accordo f

Claudia Passa

Il ragionamento si intuisce fra le pieghe delle dichiarazioni ufficiali: la sfida per il Campidoglio sarà ardua, e prima ancora di conquistare la fascia tricolore la Cdl deve pensare ad arrivare al ballottagio. E lo schema a un solo attaccante (ma senza primarie) potrebb’essere più funzionale al superamento del primo scoglio elettorale. Difatti, nell’illustrare i risultati del summit di Forza Italia nella sede di via dell’Umiltà fra vertici locali e parlamentari del collegio Lazio 1 (candidato unico e no alle primarie), l’eurodeputato Antonio Tajani fissa il primo obiettivo della coalizione proprio nell’«arrivare al ballottaggio». «Siamo convinti - spiega Tajani - che col candidato unico si possa arrivare meglio a questo traguardo, come si sta facendo a Milano e Napoli».
La strategia azzurra è dunque delineata: convergere su un solo nome «perché - spiega Tajani - ce lo chiedono gli elettori e i cittadini», per rappresentare «un modello di città alternativo a Veltroni». Baccini e Alemanno? «Per me vanno bene tutti e due - chiosa l’eurodeputato -, ma il primo obiettivo è arrivare al candidato unico». La conferma, autorevole, arriva da Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce del premier: «Lanciamo un forte appello all’unità - afferma - perché si corra con un solo candidato». Dunque l’annuncio: «O An e Udc troveranno l’accordo su uno dei due ministri, oppure Forza Italia avrà un suo candidato». Quanto al nome del possibile «cavallo di battaglia» forzista, il riserbo è assoluto. La lista dei «papabili» sembra essere piuttosto consistente, e sembra che l’orientamento prevalente sia rivolto all’area cattolica della Capitale.
Una lista sulla quale, nonostante gli appelli unitari, Forza Italia lavora alacremente. Sul fatto che Alemanno o Baccini e i rispettivi partiti possano fare un passo indietro in nome della strategia unitaria, infatti, non tutti sono disposti a scommettere troppo. A cominciare dal coordinatore romano Giampaolo Sodano: «Credo che sarà molto difficile che Udc e An tornino sui loro passi - afferma -; ormai si è messo in moto un certo meccanismo nei due partiti. Credo sia saggio, però, fare ancora un tentativo perché si torni al tavolo delle trattative». Sodano rivendica poi a Forza Italia «un segnale di responsabilità», poiché, «faccio notare, è l’unico partito che non ha mai presentato candidati a sindaco di Roma. Chiaro che in mancanza di dialogo, metteremo in campo anche noi il nostro candidato».
Di «senso di responsabilità» parla anche Giorgio Simeoni, coordinatore della campagna elettorale azzurra nel Lazio, che nell’invocare «un leale confronto con gli alleati» fa presente che «Forza Italia è pronta a fare un passo indietro per individuare una personalità che sappia rappresentare tutta la coalizione». Un eventuale ricorso alle primarie - incalza Simeoni - «è del tutto inutile, perché nel centrodestra c’è una classe dirigente che, a differenza dell’Unione, sa governare e decidere senza ricorrere a uno strumento che si è rivelato utile solo sul piano della comunicazione ma non della sintesi politica». Quanto alla priorità, la coordinatrice regionale del partito Beatrice Lorenzin la individua nell’«elaborazione con gli alleati di un vero programma di governo per la città di Roma».
A raccogliere gli umori della «base» è il capogruppo in Campidoglio Pasquale De Luca, secondo il quale il popolo azzurro «vuole con forza un proprio candidato sindaco contro Veltroni». Se Baccini e Alemanno dovessero entrambi restare in campo, Forza Italia ne schiererà inevitabilmente un terzo.

La pensano allo stesso modo Francesco Giro e Gianni Sammarco: «La parola d’ordine è e resta l’unità della Cdl». In caso contrario, «cercheremo di colpire uniti rastrellando con i tre candidati prescelti tutto il voto disgiunto di centrodestra oggi orientato a votare il sindaco uscente».

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