I vigili ora vanno a scuola per ritrovare l’autostima

Tempo fa la notizia dei Comuni che pagano premi speciali ai vigili perché aumentino il fatturato delle multe. Un incentivo a incarognirsi, s'è detto tra automobilisti. Un semplice riconoscimento al loro sfiancante lavoro, l'autodifesa sindacale. Ora una seconda notizia, raccontata dal Gazzettino: trenta vigili di Padova, trenta dei ruoli di comando, stanno frequentando a Milano uno speciale corso d'aggiornamento. Da quello che si riesce a capire, sarebbe un'operazione tra il culturale e lo psicologico. Sostanzialmente, gli agenti dovrebbero superare le loro frustrazioni, acquisire più autostima e dunque pervenire ad una maggior autorevolezza.
Comunque, caso mai qualcuno pensasse che il confuso sono io, allego la testuale spiegazione del Comune padovano: «Valorizzare la capacità e l'identità della realtà operativa della polizia locale che negli ultimi anni ha dovuto trovare il proprio spazio all'interno della complessità amministrativa e porsi in relazione con gli altri corpi di polizia mantenendo al contempo la propria autenticità in una società in continua trasformazione e il proprio ruolo all'interno dell'organizzazione». (Purtroppo, non viene allegata traduzione, ndr).
Benché il corso duri soltanto un giorno e mezzo, la prova appare comunque molto ardua. Come cerca di spiegare il Gazzettino, la società milanese che gestisce il corso imporrebbe una sorta di sfida ai partecipanti: «Vengono smontati psicologicamente, creando una situazione di spaesamento attraverso un gioco, per farli rinascere emotivamente poi, sia come singoli che come gruppo».
Come si vede, ci sono tutte le premesse perché i vigili di Padova ne escano più smarriti e frustrati di prima. Oltre tutto, non è neppure un'idea a basso costo: in totale, vitto e alloggio compresi, sono 70mila euro. Il banale calcolo costi-ricavi ha difatti già innescato un polemicone cittadino, con diversa gente a chiedersi perché mai questi soldi non vengano spesi eventualmente per un corso che insegni ai vigili come gestire l'emergenza vu’ cumprà in centro. O per comprare delle moto nuove.
Al di là delle questioni strettamente locali, resta la questione: i vigili urbani non vivono un momento d'oro. Non l'hanno mai vissuto. Qui bisogna incentivarli con premi speciali perché facciano in fondo il loro dovere, là bisogna mandarli ai corsi di aggiornamento perché ritrovino autostima e senso di leadership. Da semplici cittadini, noi tutti possiamo soltanto dire questo: è difficile esista in giro un corso che dia - o restituisca - al vigile un normalissimo senso di umanità. Eppure, è l'unica cosa che davvero serva, a loro e a noi. Basterebbe questo.
Quando loro sentono un simile discorso, rispondono subito che il mestiere è sempre più duro, sempre più complesso, sempre più rischioso. Raccontano delle risse che devono sedare, dei setti nasali che devono ricostruirsi al pronto soccorso, degli insulti e delle miserie che ad ogni angolo di strada devono subire. E tutto questo è vero. I vigili urbani, oggettivamente, svolgono un lavoro difficile. Nessuno lo nega. Ma non è questo il punto. Il punto è: perché mai questo stress, alla fine, devono riversarlo su di noi? Frustrazioni, smarrimento, impotenza: la sensazione di noi cittadini comuni, né cittadini virtuosi, né cittadini maledetti, è che i vigili accumulino queste cariche elettriche lungo le frontiere della malavita e del nuovo disagio urbano, salvo poi riservarsi di scaricarle facilmente sugli innocui utenti della strada. A rischio zero.
Dicono loro: il cittadino ama solo il vigile che non dà multe. Ma non è vero. È un'altra delle loro frustrazioni. Il cittadino cerca soltanto un minimo di flessibilità, di tolleranza, di comprensione. C'è modo e modo di dare una multa: non so perché, loro riescono sempre a scegliere il più sgradevole (e non parliamo dei loro cloni malriusciti, gli ausiliari del traffico: quelli sembrano concepiti direttamente nei laboratori della Stasi).
Deboli coi forti, forti coi deboli: così appaiono alla cittadinanza questi tutori dell'ordine civico. Non ci piove. Inutile specificare che ci sono pure le benemerite eccezioni, ma guarda caso sono talmente eccezionali da scatenare subito commenti di sbalordita sorpresa: hai visto, un vigile comprensivo, quanto prima lo butteranno fuori dal corpo...
Questi i commenti davanti a un incontro imprevisto, quando la norma è invece freddezza, insensibilità, persino arroganza.


Io non so se esista un corso che spieghi semplicemente simili cose. Però mi risulta molto strano che il Comune di Padova mandi i suoi vigili ad un corso per acquisire autostima. Sinceramente, senza cattiveria: a me sembra che ne abbiano già abbastanza.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica