(...) che la disonestà è un valore. Credo che sia proprio questo il peggior regalo che i moderati possano fare alla sinistra. Cioè regalare il concetto di rispetto della legge, di pulizia morale, di rispetto anche della magistratura, alla sinistra. Ecco, questa è la vera trappola in cui in molti rischiano di cadere.
Ma nel discorso del 25 aprile di Nando Dalla Chiesa cè un altro punto su cui vorrei porre laccento. Ed è la risposta allappello del responsabile sicurezza regionale del Pdl Gianni Plinio - con la sua storia di destra, mai rinnegata, e con le sue battaglie per i vinti, combattute spesso insieme a un gentiluomo come Giorgio Bornacin, incredibilmente crocifisso per una firma in calce la proposta di legge per labolizione della disposizione transitoria sul partito fascista, proposta politicamente inopportuna, ma certo non eversiva - a ricordare anche i vinti.
Plinio, forzando anche la sua indole, era stato moderato nelle frasi, rinunciando - persino per iscritto - a rafforzare gli accenti sulle sue parole. Eppure, Dalla Chiesa è stato devastante nella risposta, come se gli avessero proposto un nuovo Ventennio o di inserire nel programma della «città dei diritti» nuove leggi razziali: «Ho sentito in questi giorni appelli a ricordare il sangue dei vinti. Potrei rispondere che il fascismo, per esempio, non si preoccupò di riconoscere il sangue di Giacomo Matteotti». E ancora: «Non sono sullo stesso livello di chi accettò di allearsi con i nazisti o la deportazione dei nostri compatrioti».
Insomma, chiusura totale. Chiusura totale, soprattutto, allumanità. Alle storie di tanti uomini e donne che, anche dopo la fine della guerra, vennero uccisi, colpevoli solo di essere «dalla parte sbagliata», come canta Francesco De Gregori, nel Cuoco di Salò, la canzone che meglio di qualsiasi altro discorso o libro, ha saputo fotografare quei momenti, quegli stati danimo, quellumanità: «Qui si fa lItalia e si muore, dalla parte sbagliata si muore». Non mi stancherò mai di citarla, soprattutto perché viene da un artista che non ha mai avuto paura di schierarsi e di raccontare il suo essere di sinistra.
E, posso dirlo? Mi sarebbe piaciuto che queste cose fossero state fatte notare anche dagli uomini non di sinistra presenti al corteo del 25 aprile: dai finiani, che hanno rivendicato, con orgoglio, la loro partecipazione; dal senatore Enrico Musso, vicesegretario del Partito liberale, forza politica ora antiberlusconiana, ma eletto con Berlusconi e, soprattutto, da Roberto Cassinelli, vicecoordinatore metropolitano del Pdl e persona seria e davvero perbene, che ha fatto bene a sfilare, ma farebbe bene anche a dire queste cose. Soprattutto di fronte a interventi come quello sentito a Genova. Senza sudditanze culturali.
A Dalla Chiesa e ai dallachiesa consiglio la lettura della testimonianza del nostro carissimo amico e lettore Tonino Torre, sui due fratelli Cereseto, trucidati a Bolzaneto, solo perché avevano osato fare amicizia con un soldato tedesco.
In nome loro, noi saremo con un fiore al cimitero della Biacca. Perché gli innocenti possono morire, lumanità mai.
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