Cultura e Spettacoli

I vip: un'altra chance per il tenore "silurato"

Un’altra chance al tenore silurato Anche il sindaco Moratti critica la sostituzione all’ultimo minuto Il sovrintendente Lissner, però, esclude il ritorno di Filianoti sul palco. "I fischi? Io come Verdi. Alla fine vincerà la musica"

I vip: un'altra chance 
per il tenore "silurato"

Milano Adesso che la prima è finita e il tenore americano, Stuart Neill, è stato molto applaudito, si discute la sorte di Giuseppe Filianoti. Talentuoso tenore italiano, trentaquattro anni, a ottobre nel don Carlo della Opernhaus di Zurigo, è stato congedato su due piedi dalla direzione della Scala. Stéphane Lissner, subito dopo la prima, escludeva che Filianoti potesse cantare in altre repliche, causa accuse violente mosse al teatro e al maestro, Daniele Gatti («se l’è fatta sotto»). E ancora: «Mi hanno pugnalato. Marcelo Alvarez, Roberto Alagna e io. Se i tenori più richiesti prendono il largo dalla Scala, qualche ragione ci sarà». Tanto per ricordare qualche frase pronunciata subito dopo aver appreso che non sarebbe stato lui a recitare il 7 dicembre.

Il tenore escluso ha un drappello di fan che lo vorrebbero all’opera e gli perdonerebbe anche le intemperanze verbali, giustificate dall’amor proprio dell’artista. In prima fila le donne, come Veronica Berlusconi e Marta Marzotto, che non fanno mistero di lasciarsi influenzare dall’aspetto fisico dell’escluso. Ma anche Umberto Veronesi prende le parti di Filianoti, per una ragione di fair play.

E pur con tutte le prudenze del caso, la padrona di casa del Piermarini, la presidente della Fondazione Scala, Letizia Moratti, lascia intendere che forse non cacciandolo si sarebbero evitati fischi e buuu che hanno movimentato la serata. «Il Don Carlo è un’opera non facilissima e può suscitare qualche critica, forse anche per il cambio del tenore, proprio sotto prima. Credo che lo spettacolo sia stato criticato anche per questo» dice il sindaco il giorno dopo Sant’Ambrogio. Non si pronuncia sulle performance controverse: «Mi è molto piaciuto Filippo e l’esecuzione del maestro Daniele Gatti».
Raccontano in teatro che il maestro Gatti aveva cercato fino alla fine di evitare la sostituzione di Filianoti e che proprio la sua delicatezza gli si sia rivoltata contro. I dubbi esistevano già da prima ma sono esplosi dopo la prima per i giovani del 4 dicembre, stroncata dal francese Le Monde, alle cui critiche sono particolarmente sensibili sia Lissner che Gatti, recentemente messo sotto contratto dall’Orchestre National de France. A Filianoti è stata consegnata una videoregistrazione dell’esecuzione: «Riguardala e pensaci su». Il tenore ha però difeso la sua esibizione vocale e questa sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Niente 7 dicembre, l’ardua sentenza.

Resta il dubbio sulle altre recite. La moglie del premier, Veronica Berlusconi, si attende che a Filianoti sia data un’altra chance: «Neill è stato bravo, ma spero che anche il tenore italiano faccia una sua recita. Non è elegante dirlo ma nonostante Neill mi sia molto piaciuto, c’è il problema delle dimensioni. Se il tenore italiano farà qualche recita, mi piacerebbe venirlo a sentire». Il don Carlo di tradizione schilleriana è mingherlino ed esangue, come ricorda il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: «La mole mal si adattava al personaggio, anche se dal punto di vista canoro è andata molto bene». L’oncologo Umberto Veronesi, padre del direttore d’orchestra Alberto, protesta a nome del tenore scaricato: «Non ho capito perché si è deciso di escluderlo solo all’ultimo. Non si fa una scelta così alla vigilia di un debutto».

Difesa di Filianoti per ragioni estetiche arriva da Marta Marzotto. «Sembra impossibile che un don Carlo così possa essere riamato dalla regina», dice la signora a cui non deve essere mai capitato di apprezzare uomini in carne. «Mi disturba la bruttezza, la grassezza del tenore». Non la pensa così la bellissima Sandra Lopez, fidanzata di Neill, soprano, che si è goduta l’amato dal palco ed è pronta a sposarlo.

La data è fissata al 26 dicembre.

Commenti