Cronaca locale

I voli pindarici di Usellini artista tra scienza e sogno

Tra mito e scienza, fantasia e tecnologia. È la mostra di Gianfilippo Usellini «La Biblioteca magica - The Magic Library», allestita alla Biblioteca Centrale-Palazzo Sormani in corso fino al 10 novembre. Pittore milanese (classe 1903), Usellini è stato uno degli incontrastati maestri di Brera, amato da scrittori, critici e autori di teatro per il valore simbolico ed evocativo delle sue opere. Non è un caso che l’allestimento dell’esposizione sia stato incentrato sulla «Biblioteca magica», realizzata negli anni Cinquanta e ora riproposta sotto forma di mostra lungo lo scalone monumentale della Sala del Grechetto. Sotto la volta dell’antica sala di consultazione, personaggi storici e letterari sembrano dialogare fra di loro determinando il superamento di quei confini definiti «spazio-temporali», appartenenti alle diverse tradizioni culturali e linguistiche. Lo stupore e la modernità dei suoi dipinti derivano soprattutto dalla lettura di ciò che si svolge in uno spazio aereo, una sorta di prefigurazione di quello virtuale. Per fare solo un esempio, Icaro e Pegaso volteggiano insieme, sperimentando la complementarietà fra mito e scienza.
Nel saggio che introduce il catalogo, dal titolo «Il mondo delle idee nei dipinti di Gianfilippo Usellini» (Silvia editrice), Fanny Usellini sottolinea l’inevitabile rimando alla solennità dell’affresco in quanto l’artista si rifaceva al Raffaello delle Stanze vaticane e della Scuola di AStene. «Volare in pittura attraverso i secoli, per cogliere in un’ampia sintesi la vasta e complessa capacità della mente umana, di fantasticare scoprire, inventare, costruire, è un dono che Usellini ci ha lasciato per farci immergere affascinati nella storia. I suoi dipinti sono il nocciolo sostanziale dei vari aspetti del vivere umano, traducendo in figurazioni originali ed essenziali una caratteristica non lontana dalla realtà».
E’ del 1949 il bozzetto della prima «Biblioteca magica», una perfetta prospettiva completa di personaggi già riconoscibili allora, dove si sprigionava tutta la forza del dipingere di Usellini. L’artista, che ha sempre dichiarato di essere rimasto «un fanciullo», è stato in grado di riprodurre le «biblioteche» frutto di quella fantasia e di quei personaggi da fiaba che lo coinvolsero insegnandogli metaforicamente a meglio comprendere la vita. Ma il sogno di Usellini è poi continuato con l’animare celebri e solenni spazi scenografici: la vera grande cultura dal Cinquecento a oggi, tanto sentita ed assimilata, è il tema che già aveva ripreso nel 1960 nelle quattro grandi tele dipinte per la Scuola di Vimercate progettata dall’architetto Luigi Caccia Dominioni. Quella riferita a Raffaello, «La Scuola d’Atene», è ambientata nella classica prospettiva di archi e volumi dove l’arte emblematicamente rende la civiltà del passato un museo di testimonianze e di grandezza. Nella tela «La Scienza» trionfa invece la figura di Prometeo, motore primo di ogni successiva conquista scientifica. La torre di Babele sullo sfondo ci ricorda però che la scienza non dev’essere uno strumento egoistico, in quanto potrebbe portare l’umanità all’autodistruzione, monito sentito da Usellini e tema dei suoi dipinti «La Mela atomica» e «Le zucche». Nella tela «Il lavoro» invece, la prospettiva dello spazio diventa la prospettiva del tempo; al di qua del fiume il passato, al di là del fiume il presente e il futuro.
In tutte le «biblioteche» domina il «Cavallo di Troia» nella bellezza della sua struttura lignea: apparentemente innocuo, porta tuttavia in sé la memoria storica del tragico inganno descritto nel poema di Omero. Così come «La Sentinella» viene raffigurata nelle ore precedenti la distruzione di Troia e il mare che confina con il cielo è l’ indicatore di una tragedia imminente.
Nel suo saggio «Usellini e la cultura letteraria» Luigi Sansone ne ha sottolineato il grande interesse per l’arte e la cultura del passato unito alla letteratura, ricordando come gli fosse cara la Divina Commedia, in particolare il Purgatorio e il Paradiso Ma oltre Dante e Virgilio, gli interessi di Usellini spaziano, fino all Ottocento di Carlo Porta, di cui nel 1945 illustrerà le Poesie, del periodo napoleonico e della dominazione austriaca. Anche Manzoni riamne un punto fermo e Usellini non mancherà di illustrare I Promessi sposi.
Collaboratore di numerose riviste, Primato, Documento, Civiltà delle macchine, e grafico per le copertine delle edizioni di Ulrico Hoepli, che sarà anche il suo primo editore, Usellini per tutta la sua vita ebbe un lungo e fruttuoso sodalizio intellettuale con scrittori come Riccardo Bacchelli, Dino Buzzati, Pietro Chiara, Raffaele Carrieri, Dante Isella, Guido Lopez, Giuseppe Prezzolini, Quest’ultimo, dopo aver visitato la sua prima personale newyorkese del 1948 rimase affascinato in modo particolare da un suo quadro veneziano: «La regata Morini».
Nel gli anni Cinquanta infine Usellini realizzò scene e costumi per la Scala ed è del 67 la monografia che SALvatore Quasimodo gli dedica nella rivista Il tempo. Quattro anni dopo il pittore, ormai malato, si spegne nella sua amata casa di famiglia ad Arona, sul lago Maggiore, inesauribile fonte di ispirazione dei suoi dipinti.

L’ultimo saluto critico-letterario lo scriverà il suo amico Dino Buzzati.

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