Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic. Quindi Leo Messi, Thierry Henry e Karim Benzema, passando per Andriy Shevchenko, Adrian Mutu e Samuel Eto’o. Mai come quest’anno, la nazionale degli assenti celebri dal Mondiale rischia di riempirsi di nomi così altisonanti. Inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta, ma per diverse «big» la qualificazione mondiale sta assumendo, partita dopo partita, i marcati contorni di un film dell’orrore. Svezia, Portogallo, Argentina, Francia, Ucraina, Camerun, Repubblica Ceca e l’Irlanda di Trapattoni: alcune ce la faranno, altre no. Ma difficilmente in Sudafrica vedremo tutte queste nazionali.
Certo le cose possono ancora cambiare ma, da qui al prossimo ottobre, saranno in molti a non dormire sonni tranquilli. Commissari tecnici e calciatori sull’orlo dell’abisso, un abisso profondo quanto il timore di dover guardare il Mondiale «scomodamente» seduti nel salotto di casa. Ne sanno qualcosa i romeni d’Italia Adrian Mutu e Christian Chivu: con il pareggio per 1-1 contro la Francia, la Romania ha detto addio al Sudafrica già sabato scorso. E nel poco appetitoso calderone delle deluse, tra le nazionali europee, rischiano di finirci anche Francia, Portogallo, Svezia, Repubblica Ceca e Ucraina. Il regolamento prevede infatti che dal gruppo europeo si qualifichino al Mondiale 13 formazioni: le nove prime classificate dei rispettivi gironi più le quattro vincenti degli spareggi tra le migliori otto seconde. Ad oggi solamente l’Olanda - sette vittorie su sette - è l’unica nazione sicura di un biglietto per il Sudafrica. Danimarca, Slovacchia, Spagna, Inghilterra, Italia e Serbia sono ad un passo dalla qualificazione: alle altre non resta che la tiepida speranza dello spareggio.
Di una cosa possiamo essere quasi certi: almeno uno tra Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo rischia grosso. Il gruppo 1, guidato dalla Danimarca con 17 punti, vede la Svezia al terzo posto con 12 punti e il Portogallo in quarta posizione con 10 punti. In mezzo, l’Ungheria a 13. Sia Ibra che Ronaldo non possono più sbagliare un colpo: ma dopo il pari tra Danimarca e Portogallo, un Mondiale senza Pallone d’oro non è poi un’idea così strampalata.
Già mercoledì prossimo, la Francia di Domenech avrà le idee più chiare sul suo immediato futuro: deve tornare dallo scontro diretto contro la Serbia con tre punti, altrimenti dovrà quasi sicuramente dire addio al primo posto del girone che adesso è lontano 4 punti. Già nell’ottobre dello scorso anno Domenech finì a un passo dall’esonero: fu salvato solamente dalle reti di Ribery e Gourcuff.
Sabato scorso, invece, dopo lo striminzito pareggio contro la Romania, i galletti sono usciti dal campo coperti dai fragorosi fischi dei tifosi francesi. Loro un po’ l’hanno già capito. Anche Domenech ha annusato qualcosa. Il Sudafrica si è un po’ allontanato...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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