Pochi minuti al Trofeo Gamper, Ibra incrocia Galliani: «Portami al Milan».
Che botta. È come se di colpo si aprisse il cielo e spuntasse il poster dello svedese con il sorrisone e senza mal di pancia.
«Se è necessario resto anche fino al 31 agosto, salto anche Milan-Lecce. Se spero di tornare con Ibra? Sì, e vorrei tornare anche con Brigitte Bardot giovane...». Mamma mia quanto si è esposto Adriano Galliani, troppo per non essere padrone della situazione, la gente è sicura che abbia già tutto in mano e attenda le ultime ore di mercato per annunciare il grande colpo. Ma oggi la situazione è molto complicata, ci vorrà tutta l’abilità e la diplomazia dell’Amministratore delegato rossonero per uscirne vivo perché il Barcellona ha dettato le sue condizioni: ingaggio del Milan e niente contropartite tecniche. Un tuffo al cuore per il signor Galliani che puntava molto su queste due opzioni.
Ma quando la missione è impossibile c’è meno pressione, anche se ieri le respinte con perdita sono arrivate in serie e hanno preso il sopravvento quando, saranno state le cinque e mezza del pomeriggio, è arrivata nella sede del Barcellona quella personcina di Mino Raiola, agente di Zlatan Ibrahimovic, che ha subito dato una spallata al vecchio Milan: «Non vai in un negozio di Rolls Royce a comprare una macchina - ha detto Raiola -, se poi all’improvviso ti rendi conto che non te la puoi permettere. Quando ti viene consegnata devi essere pronto a pagarla».
Molto bene.
Prima ancora Adriano Galliani, il responsabile organizzativo Umberto Gandini, Andoni Zubizarreta, direttore sportivo del Barcellona, e il presidente Alexander Rosell, erano usciti dalla Ca L’Isidre dove avevano pranzato e iniziato a discutere di Ibra al Milan. Pranzo di due ore. All’uscita dal ristorante, Adriano Galliani non fa trapelare nulla: «Abbiamo parlato pochissimo - dichiara -, non sono né pessimista, né ottimista». I colloqui continueranno nell’ufficio del presidente Rosell a poche centinaia di metri dal Camp Nou, è qui che si presenta un eccitatissimo Mino Raiola che ha appena rilasciato dichiarazioni pesanti su Pep Guardiola, allenatore del Barcellona: «Lui non è così preciso e perfetto come la gente pensa. È uno che ha problemi anche con se stesso, è inadeguato, in totale confusione. Con lui Ibra non è tranquillo, non lavora bene e non mi importa se questi attacchi renderanno più difficile la vita di Ibra al Barcellona, è mio dovere attaccare chi tratta male un mio giocatore». Giusto per non farci mancare nulla, è doveroso ricordare che fu la diplomazia indiscussa di Mino Raiola a portare Ibrahimovic a Barcellona, e senza che nessuno gli puntasse alla tempia una pistola. Poi l’arringa sul suo assistito: «Ibra ha quattro anni di contratto e il mio consiglio è quello di rimanere in questo club fantastico che non si chiama Fc Guardiola. Uno come Zlatan non si presta, sarebbe vergognoso, se lascia il Barcellona lo lascia per sempre. Una riduzione di ingaggio? Mi fa ridere, si vede che non mi conoscete». Mica male. A sentirlo sembrerebbe imminente una esecuzione sommaria di Guardiola, ingresso trionfale di Ibra al Camp Nou con conseguente bagno di sangue di tutti coloro che ne hanno discusso il talento. Ma all’uscita dal suo ufficio per dirigersi al Camp Nou, Rosell spalanca nuovamente il cielo: «Si potrebbe arrivare a una cessione o a un prestito ma con l’intero stipendio pagato dal Milan».
Oggi a mezzogiorno si ritrovano, lo annuncia Adriano Galliani che detta queste righe al sito rossonero: «Il Barcellona è disposto a cedere il giocatore ma c'è una montagna di soldi da scalare. E questa è la difficoltà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.