Bruno De Prato
da Detroit
Per la prima volta da molti anni, Chevrolet è nuovamente leader del mercato Usa. Un segnale positivo e, soprattutto, supportato da una solida dimostrazione di vitalità al Salone di Detroit, dove General Motors è stata chiara protagonista per numero di nuovi modelli, per unincontestabile proiezione di ritrovata qualità esecutiva evidente in ogni nuovo modello e, soprattutto, per leadership tecnologica. Questa è venuta fuori in tutta la sua consistenza con la presentazione della nuova generazione di Suv ibridi. I tecnici Gm hanno sviluppato due sistemi, uno per Suv di dimensioni intermedie (Saturn Vue), uno per quelli di dimensioni superiori (il rinnovato Chevrolet Tahoe e derivati).
Sono sistemi compatti, razionali, efficienti e comportano minimo incremento di peso e, soprattutto, di prezzo. I nuovi Suv ibridi entreranno in produzione nei prossimi mesi, mentre i tecnici del centro ricerche di Warren stanno mettendo a punto ulteriori sistemi ibridi che promettono di spingere a oltre il 30% la riduzione dei consumi.
Sia Ford sia Chrysler hanno in sviluppo sistemi di propulsione ibrida, ma, al contrario di quelli Gm, non sono ancora pronti per la produzione. Laltro evento di maggior rilievo dello show è stato il grande ritorno delle pony-car, le «sportive per famiglia», coupé 2+2 a prezzo molto accessibile, come Mustang e Camaro.
La Ford Mustang è sempre rimasta in produzione anche negli anni in cui la popolarità di questi modelli ha subito un forte declino. E questanno, accanto allemozionante Ford GT con i colori del team Gulf degli anni 60 e il V8 potenziato a 550 cv, ha fatto la sua comparsa la Mustang Shelby GT500, con lo stesso V8, ma con «soli» 475 cv e la grinta delle Mustang fine anni 60. Lo stesso vale per il prototipo della futura Chevrolet Camaro, magnifica e nostalgica quanto basta, realizzata sul nuovo pianale hi-performance «Zeta» e dotata del V8 LS2 da 400 cv della Corvette, in effetti una Corvette 2+2 e un altro segnale della vitalità progettuale Gm.
Il terzo ritorno è venuto da Dodge, con la rivisitazione della Challenger, ora come allora dotata di un V8 Hemi, questa volta di «soli» 6.2 litri per 425 cv.
Jeep risponde con la slanciata e potente Compass e con la nuova edizione della tradizionale Wrangler, lerede della Jeep della II Guerra Mondiale.
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