Ici, Irpef e yacht: stangata da 25 miliardi La manovra Monti è una raffica di tasse

Manovra pesante: aumento delle aliquote per chi dichiara più di 55mila euro, tassa sul lusso e imposte sulla casa. Tra le altre ipotesi al vaglio ci sono l'aumento dell'Iva dal 21% al 23%, la soglia di tracciabilità a 500 euro, il taglio di 2,5 miliardi di euro al fondo sanitario nazionale e nuovi ticket sui ricoveri ospedalieri. Capitolo pensioni: donne a riposo a 62 anni, anzianità a 42. Il leader della Cgil Susanna Camusso stronca la manovra

Ici, Irpef e yacht: stangata da 25 miliardi La manovra Monti è una raffica di tasse

Roma La manovra finanziaria in arrivo per lunedì sarà più ampia del previsto, e più pesante per gli italiani. Il governo guidato da Mario Monti appare orientato ad aumentare di almeno due punti (o forse addirittura tre) le aliquote Irpef sugli ultimi due scaglioni di reddito, oggi rispettivamente al 41 e al 43%. Nel menù preparato per il Consiglio dei ministri spuntano molti altri «piattini»: il ripristino dell’Ici sulla prima casa; una «super-Ici» sulle seconde e terze case, che nei fatti assomiglia tantissimo a una patrimoniale; una non meglio precisata tassa sui beni di lusso, come gli yacht (o forse i posti barca).

La spesa sanitaria verrebbe tagliata di 2,5 miliardi l’anno prossimo e di 5 miliardi nel 2013, e si parla dell’introduzione di ticket sui ricoveri in ospedale. Nel complesso, la combinazione di (tante) tasse e tagli farebbe superare alla manovra l’asticella dei 20 miliardi di euro, fino a raggiungere i 25 miliardi. Almeno due terzi di tale cifra verrebbero dalle imposte. Dagli interventi immediati resterebbe escluso l’aumento dell’Iva ordinaria dal 21 al 22-23%, che finora appariva molto probabile. A quanto pare, quest’ultima misura resta «di riserva» per coprire le eventuali falle della delega fiscale. Anziché spararle tutte insieme, Monti vuol tenersi qualche cartuccia. Oltre all’Iva, la rivalutazione delle rendite catastali degli immobili verrebbe affidata a una legge delega.

Anche l’aumento dell’Irpef potrebbe essere affidato alla delega sulla riforma fiscale. L’ipotesi è di aumentare le due aliquote più elevate di almeno due punti, o forse tre, portandole rispettivamente dal 41 al 43-44% e dal 43 al 45-46%. Una botta non da poco per i contribuenti (circa un milione e mezzo) che dichiarano redditi superiori ai 55mila euro l’anno: secondo i calcoli della Cgia di Mestre, il prelievo complessivo supererebbe gli 1,1 miliardi. Si va da più 100 euro per i redditi da 60mila euro fino a più 18.900 euro per chi dichiara più di un milione.

Non è invece previsto un intervento per ridurre il «cuneo fiscale», la differenza fra la retribuzione lorda a carico dell’azienda e quanto prende in effetti il dipendente. Al massimo ci sarà una sforbiciata all’Irap, nella componente che riguarda il costo del lavoro. In arrivo, inoltre, un credito d’imposta del 12% sulla ricerca, e la proroga delle detrazioni del 55% sugli interventi di efficienza energetica.

Su Ici e «super-Ici» il governo sta ancora vagliando le alternative. Di certo l’imposta ritornerà a colpire la prima casa, ma forse con un’aliquota più bassa di prima, e con un margine di manovra più ampio da parte dei Comuni. In attesa delle nuove rendite catastali, si pensa alla rivalutazione a cifra fissa (il 15%, forse) di quelle attuali. Quanto alla «super-Ici» sulle seconde, terze, quarte case e così via, il meccanismo è ancora allo studio: si sa tuttavia che parte delle entrate dovranno essere girate dai Comuni allo Stato. Nel complesso il «pacchetto casa» fornirebbe nuove entrate per 6 miliardi.

Sanità ed enti locali saranno ancora una volta colpiti duramente. La spesa sanitaria verrebbe tagliata di due miliardi e mezzo nel 2012 e di cinque miliardi nel 2013; possibile l’introduzione di ticket sui ricoveri ospedalieri, dal gettito non esaltante (120 milioni se il contributo vale solo per il primo giorno). Regioni, Province e Comuni dovranno contribuire con un nuovo «obolo» da 4-5 miliardi di euro. Dalle pensioni infine (vedi l’articolo qui accanto) il governo spera di ottenere risparmi per circa 6 miliardi di euro.
In una manovra di tipo assolutamente tradizionale (e recessivo), il capitolo «crescita» appare limitato. Si ipotizza la libertà per i benzinai di rifornirsi da qualunque produttore, e di concedere la vendita dei farmaci «fascia C» (quelli da banco, non rimborsati) anche negli esercizi commerciali e non più soltanto nelle farmacie. Si parla di un «piano carceri», con finanziamento anche totale da parte dei privati alla costruzione di nuovi penitenziari. L’Ice passerà al ministero dello Sviluppo.

Il ruolino di marcia di Monti prevede riunioni serrate: dal lungo incontro di ieri con Naplitano fino alla presentazione delle misure già lunedì sera, alle 16 alla Camera e alle 18

in Senato. Funzionari e quadri della Ragioneria dello Stato sono stati allertati per il fine settimana: Monti vuole il testo già pronto per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale che va in stampa nella serata di lunedì.

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