Salerno - Moglie e guai dei paesi tuoi, direbbe Antonio Di Pietro. Il plurinquisito sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, ha seri problemi anche in famiglia. Com’è noto anche a Tonino, l’aspirante governatore della Campania è stato rinviato a giudizio per concussione, truffa, associazione a delinquere e falso nelle inchieste ribattezzate Sea Park e Mcm (manifatture cotoniere meridionali). Quel che non si sa è se il leader dell’Italia dei valori, neo sponsor dell’aspirante governatore della Campania, è a conoscenza che pure la moglie del sindaco indagato ha guai con la giustizia. Rosa Zampetti s’è infatti portata avanti col lavoro (di inquisita) ed è al momento sotto processo al tribunale di Nocera Inferiore con accuse che spaziano dal falso in atto pubblico all’abuso d’ufficio causa un concorso che la signora avrebbe vinto senza averne i titoli. Il procedimento che vede imputata Lady De Luca non ha origini lontane, meno di tre anni. Stando a quel che si legge nel decreto del gip Donatella Mancini che dispone il giudizio, Rosa Zampetti avrebbe presentato documenti falsi attestando false pregresse esperienze al fine di ottenere un punteggio sufficiente a guadagnarsi l’ambita poltrona. Più precisamente perché «attraverso la presentazione alla Asl Salerno 1 della domanda di partecipazione al concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di due posti di sociologo dirigente presso l’Asl 1 di Nocera Inferiore (cui risultava allegata una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, un curriculum vitae et studiorum e una serie di documenti in cui si attestava falsamente lo svolgimento di precedenti periodi di servizio presso altre pubbliche amministrazioni nel profilo professionale corrispondente, ovvero l’espletamento di attività libero-professionali presso studi professionali, privati, società o istituti di ricerca) induceva in errore il direttore amministrativo del servizio gestione risorse umane della Asl 1».
Il quale, con apposita delibera, di fronte a quel po’ po’ di curriculum ed esperienza allegata, il 29 giugno del 2005 dava il beneplacito alla promozione. Come? «Attestando che la domanda presentata dalla Zampetti Rosamaria risultava conforme alle prescrizioni del bando» e che dunque sussistevano tutti i requisiti di ammissibilità della domanda. Ma la realtà sarebbe stata ben diversa perché, contrariaramente al vero, «la Zampetti non era in possesso» del requisito specifico previsto dal bando. «Ovvero dei cinque anni di servizio effettivo prestati presso altre pubbliche amministrazioni nelle qualifiche funzionali di settimo, ottavo, nono livello». E nemmeno «delle esperienze lavorative con rapporto di lavoro libero professionale documentate presso studi professionali privati, società o istituti di ricerca» e via discorrendo.
Il 30 marzo scorso, in sordina, è cominciato il processo a Lady De Luca che si ritrova come coimputati, per reati vari, anche alcuni componenti delle commissioni esaminatrici dei due concorsi per sociologi finiti sotto inchiesta: quello da due posti per sei mesi e un altro a tempo indeterminato (nel primo la signora Rosa risulta tra i vincitori, nel secondo è la vincitrice). Seguendo il ragionamento dell’accusa, i membri della commissione d’esame avrebbero sostanzialmente sorvolato sulle omissioni, «evitando di valutare adeguatamente» le valutazioni delle pubblicazioni e del curriculum prodotte dalla signora De Luca attribuendole intenzionalmente, nel caso del concorso per un posto a tempo determinato, il secondo posto utile per rientrare nell’assunzione alla Asl. «In tal modo - conclude il gip - intenzionalmente procuravano alla Zampetti un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nella attribuzione del secondo posto nella graduatoria finale di merito con corrispondente danno per i candidati collocatisi nelle posizioni successive».
Nella montagna di accertamenti disposti dal pubblico ministero Giuseppe Cacciapuoti non ha avuto seguito un’altra ipotesi di reato collegata alla produzione di un altro presunto falso attestato dove risultava che la moglie del sindaco, in qualità di docente, aveva svolto tot ore quale insegnante di più seminari per medici della Asl nel triennio formativo 2003-2005: a detta della procura e dei carabinieri sarebbe risultata una sola ora d’insegnamento (fra le 13 e le 14 del 18 maggio 2004) ma su questo caso il gip è stato di parere opposto e Rosa Zampetti in De Luca è stata prosciolta insieme a Raffaele Ferraioli (ex direttore generale della Asl di Salerno 1, divenuto consigliere comunale nella giunta De Luca) e Renato Cascone (direttore delle risorse umane della stessa Asl, padre di un assessore Pd nella medesima giunta).
La nomina come capo sociologo della Asl è il fulcro di tutta l’inchiesta sui concorsi truccati. Inchiesta che prende il là dal ricorso di una candidata esclusa, Antonina M., che a un certo punto si convince di esser stata letteralmente fregata nel concorso a sei mesi. Impugna la procedura al Tar recriminando la carenza, nel curriculum della moglie del sindaco, del requisito di «specializzazione in sociologia» richiesto dall’avviso pubblico che di conseguenza viene annullato a seguito di una serie di controlli disposti dalla Asl che evidenzieranno «un errore materiale nella trascrizione del bando». Risultato? Il bando non viene annullato ma solo rivisto: fra i nuovi requisiti non si richiede più l’attestato di specializzazione che mancava alla signora De Luca ma solo l’attestazione dei cinque anni di esperienza lavorativa. Che la signora afferma di avere. Ed è a quel punto, si legge nelle carte dell’inchiesta, che la consorte del sindaco supera il test.
Contestualmente, però, il ricorso amministrativo della candidata respinta, sotto altra forma, atterra sul tavolo del pubblico ministero Cacciapuoti. Le indagini dei carabinieri affidate al maresciallo Massimo Santaniello prendono la strada già battuta da altre inchieste della procura salernitana: quella che porta a casa del sindaco Vincenzo De Luca. Un avviso di garanzia viene recapitato a settembre 2007 alla signora Rosa mentre altre dodici persone finiscono a più riprese sul registro degli indagati. Di fronte al gup tutti si professano innocenti, solo quattro escono con un proscioglimento, in sei con un rinvio a giudizio. A caldo Rosamaria ostenta sicurezza.
«Non ho niente da rimproverarmi, quando nel processo avrò la possibilità di entrare nei dettagli, chiarirò tutta la vicenda». Il processo è cominciato da un po’, quello del marito per lo scandalo Sea Park inizierà il 29 marzo, il lunedì delle elezioni regionali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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