da Roma
Quei ministri «accigliati», quelle autorità in prima fila così seriose. E quella spilla arcobaleno, che luccicava sul reverse di Fausto Bertinotti mentre i militari sfilavano per i Fori Imperiali. Smile please, scrive Europa, perché così non va, perché così si perde consenso, perché «certi atteggiamenti sono più dannosi delle dichiarazioni non concordate». Insomma: «Alla parata un sorriso per favore», titola il quotidiano della Margherita, che alle facce lunghe di una parte dello Stato maggiore del centrosinistra dedica un editoriale piuttosto critico.
Europa ha un buon consiglio per «i ministri e le autorità istituzionali di marca unionista». Questo: «Quando tornerete alla sfilata del 2 giugno, fate finta di trovarvi a vostro agio. Altrimenti per quel giorno procuratevi qualche missione di lavoro». Infatti bisogna tener presente che «cè una buona parte della popolazione che considera la manifestazione dei Fori una vera festa». E allora, si legge, «non vorremmo che rimanessero famosi gli accigliati leader del centrosinistra, premier compreso, che ieri per diverse ore non hanno dato segno di divertirsi (certo non è obbligatorio) né di apprezzare». Eppure la parata militare «era un omaggio a loro in quanto rappresentanti della nazione». Sarebbe bene, conclude il giornale, che si parli anche di queste cose, quando Prodi riunirà tutti «in convento» per mettere a punto le strategie di comunicazione della squadra di governo.
E bacchettate analoghe arrivano dal Riformista. Questo è il titolo dapertura della prima: «La spilla arcobaleno contro lo spirito di Ciampi. Ridimensionata, snobbata, contestata la parata simbolo dellunità nazionale». Questo il testo: «Ecco la foto di gruppo dellincredibile 2 giugno di questanno. Il nuovo capo dello Stato, il post-comunista Giorgio Napolitano, ossequioso china il capo ogni volta che passa il tricolore. Il premier Romano Prodi è immobile, timoroso forse che qualsiasi espressione faccia, sorriso o smorfia che sia, possa scatenare altre polemiche nel suo governo». Per non parlare del presidente della Camera, che usa la spilletta «come antidoto». Pure Francesco Merlo su Repubblica pizzica il Professore, protagonista di un «festival dellossimoro». Quando «Prodi ha sostenuto che lesibizione della potenza militare è stata molto pacifista questanno, è come se, dopo aver osservato una sfera, avesse notato che era molto quadrata: si capisce che ha voluto strizzare locchio a Fausto Bertinotti, ossimoro in carne e ossa».
Al leader di Rifondazione invece Oliviero Diliberto, più che strizzargli locchio vorrebbe strizzargli il bacino elettorale. «Se fossi stato io presidente della Camera - dice il segretario del Pdci - non avrei mai partecipato a una parata militare essendo le nostre truppe impegnate in un terreno di guerra». La spilla multicolor non basta: «Non sono mai i distintivi che fanno la politica, non credo che dopo averlo messo sia cambiata la natura della sua presenza alla sfilata». È la legge della concorrenza: i Comunisti italiani cercano di occupare gli spazi movimentisti che un Prc più «istituzionale» è costretto a lasciare. Ma Bertinotti deve subire anche un certo pressing interno.
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