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Immigrati, adesso la sinistra demolisce anche la Bossi-Fini La Cdl: ora più illegalità

Il consiglio dei ministri ha approvato la legge delega che dovrà modificare le norme sull'immigrazione varate dal governo di centrodestra. La bozza porta la firma di Amato e Ferrero. Il ministro dell'Interno: "Passo necessario contro i clandestini". Ecco i punti della riforma del centrosinistra

Immigrati, adesso la sinistra 
demolisce anche la Bossi-Fini 
La Cdl: ora più illegalità

Roma - Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl delega che contiene la nuova disciplina in materia di immigrazione. Lo riferiscono fonti del ministero della Solidarietà sociale, che assieme al Viminale ha messo a punto le norme che di fatto "cancellano" la legge Bossi-Fini. La bozza porta la firma del ministro dell'Interno Giuliano Amato e del collega alla Solidarietà sociale Paolo Ferrero. Ecco i punti della riforma del governo.

La Amato-Ferrero "La modifica della Bossi-Fini si è resa necessaria perché i meccanismi adottati dalla stessa legge per l'immigrazione hanno favorito uno sproporzionato ingresso di immigrazione clandestina nei confronti dell'immigrazione legale" spiega il ministro Amato presentando a Palazzo Chigi il ddl sull'immigrazione predisposto con il ministro Ferrero. Riforma che il titolare del Viminale ha definito "necessaria".

La Bossi-Fini Varata dalla maggioranza che sosteneva il governo Berlusconi nel 2002, la Bossi-Fini fu ispirata dal leader di Alleanza Nazionale, e da quello della Lega Nord. Essa prevede che l'espulsione, emessa in via amministrativa dal prefetto dove viene rintracciato lo straniero clandestino, sia immediatamente eseguita con l'accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. Gli immigrati clandestini, privi di validi documenti di identità, vengono portati in centri di permanenza temporanea al fine di essere identificati.

Ipotesi referendum "Se il prodotto finale non andrà bene promuoveremo un referendum abrogativo". Lo aveva annunciato ieri il vicepresidente di Forza Italia Giulio Tremonti in vista della discussione di oggi. "Spero non si debba arrivare a questa estrema ratio. Il referendum è popolare e intercetta i sentimenti della gente". Il segretario dei Ds, Piero Fassino, aveva risposto a stretto giro di posta: "Mi sembra poco prudente evocare lo strumento del referendum perchè si rischia di creare più conflitti che benefici".

Maroni: stravolto il principio di legalità "Quello varato dal consiglio dei Ministri è un provvedimento pessimo perché è stato stravolto il principio di legalità della legge Bossi-Fini in base al quale entrava in Italia solo chi aveva un regolare permesso di soggiorno. Grazie alla reintroduzione dell'ignobile istituto dello 'sponsor', responsabile dell'immigrazione clandestina che il governo Berlusconi ha dovuto arginare con la mega regolarizzazione di 800 mila extracomunitari nel 2003, si spalancano nuovamente le porte all'immigrazione selvaggia". Così il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Roberto Maroni, commenta il provvedimento in materia di immigrazione che stravolgela legge Bossi-Fini. "Al danno infine si aggiunge la beffa: ma davvero i ministri Amato e Ferrero vorrebbero farci credere che un clandestino una volta arrivato in Italia, poi accetta volontariamente di essere rimpatriato?", chiede l'ex ministro leghista.

Gasparri: errore gravissimo Abbassare la guardia sul fronte dell'immigrazione "è un errore gravissimo", attacca Maurizio Gasparri dell'esecutivo di Alleanza nazionale. Secondo Gasparri "le proposte del governo sugli sponsor ripercorrono vecchi e fallimentari strade che favoriscono illegalità e vere e proprie forme di sfruttamento". Il deputato di An sostiene inoltre che "sul diritto di voto a Costituzione vigente nessuna concessione può essere fatta" e che "se la proposta verrà mai in Parlamento sarà dura la loro battaglia in difesa della Fini-Bossi". "Il governo Prodi - conclude Gasparri - minaccia la sicurezza degli italiani e incoraggia i mercati di schiavi: le sue proposte finiranno nel cestino.

Prendiamo esempio da Sarkozy non ordini da Gheddafi".

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