Immigrati, Amato salva i Cpt e Rifondazione lo attacca

Il ministro anticipa le linee della nuova normativa: i centri sono essenziali. Il Prc: no, vanno aboliti

Emanuela Fontana

da Roma

Si cambia tutto, sulla carta, in materia di immigrazione. Entro il prossimo mese sarà pronta una nuova legge che modificherà il testo attualmente in vigore, la Bossi-Fini varata dal centrodestra, una normativa che si porrà come l’ultimo tassello di una politica stravolta già da quest’estate a partire dall’allargamento dei ricongiungimenti familiari e poi dall’estensione del diritto di asilo. Tecnicamente sarà «il testo di riforma della legge Bossi-Fini», come ha chiarito ieri il ministro dell’Interno Giuliano Amato intervenendo alla commissione Affari costituzionali del Senato con un’audizione criticata anche all’interno dell’Unione. In realtà, come ha sottolineato l’ex sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, «l’ipotetica nuova legge Amato-Ferrero» sarà una legge «Fini-Bossi-Amato dal momento che il ministro propone l’introduzione di istituti già previsti dal testo unico sull’immigrazione».
Alcuni dei contenuti della nuova normativa sono stati anticipati dal titolare del Viminale: distinguere, nei centri di accoglienza temporanea (Cpt) gli immigrati «criminali» dai clandestini che non hanno commesso reati, e puntare sulla figura dello «sponsor», che verrà reintrodotto: «Questo ruolo può essere svolto - ha spiegato il ministro - anche da associazioni territoriali, camere di commercio, patronati o anche enti locali».
Parlando dei Cpt, Amato ha smontato però le speranze della sinistra radicale, verdi, Pdci e Rifondazione, che chiede da mesi la chiusura dei centri, innescando proprio nel Prc la richiesta di una «discussione all’interno dell’Unione» sull’immigrazione dopo l’audizione di ieri. I Cpt sono «essenziali», ha chiarito il ministro, perché «non si può lasciare per strada la gente che sbarca», anche se è opportuno introdurre alcune distinzioni: «Oggi - ha spiegato Amato - nel medesimo centro ci sono innocenti signore africane con bambini e persone già con un curriculum criminale che nel corso della loro permanenza nel Cpt generano turbolenze, disordini, tentativi di fuga». Quindi in alcuni Cpt «verranno custoditi gli espulsi, o quelli in corso di espulsione per ragioni serie», altri saranno «centri in cui il nome accoglienza corrisponde alla sostanza, nei quali mettere gli altri». I Cpt sono fondamentali, secondo il ministro, anche perché «possono sbarcare persone che hanno scabbia, tubercolosi, malaria, malattie purtroppo diffuse nei Paesi più poveri e che potrebbero rappresentare un pericolo sanitario». Verrà incentivata «la collaborazione degli immigrati» nelle espulsioni, con l’introduzione del «rimpatrio volontario».
Lo sponsor, ossia la chiamata ad personam dell’immigrato, verrà riattivato (la Bossi-Fini l’aveva abolito), ma Amato ha lanciato un richiamo a «un’assunzione di responsabilità civica da parte di tutti», soprattutto «degli imprenditori». I decreti flussi, ha aggiunto, saranno triennali «con aggiornamenti annuali». Ci sarà un canale privilegiato di ingresso per i «lavoratori altamente qualificati», e «saranno semplificate le richieste» di visto «presso le sedi consolari».
Il principio di selezione degli ingressi della legge, osserva il senatore Mantovano, verrà contraddetto comunque dal decreto flussi ora all’esame delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato per un parere tecnico, che prevede l’ingresso di 350mila immigrati, «contro i 170mila dell’anno precedente». In pratica - chiarisce Mantovano - vengono accolte quasi tutte le domande che vengono presentate senza un criterio di selezione».
Intanto Rifondazione polemizza con il ministro: le sue dichiarazioni «rendono necessaria una discussione dentro l'Unione su come attuare il programma in materia di immigrazione - avvertono Claudio Grassi della commissione affari costituzionali e Roberta Fantozzi, della segreteria nazionale Prc -. Dire che i Cpt sono essenziali è evidentemente in contrasto con la previsione del loro superamento contenuta nel programma dell'Unione».


Il capogruppo dell’Italia dei valori alla Camera, Massimo Donadi, definisce addirittura «inadeguate» le linee guida del titolare del Viminale: parole anche «carenti per quanto riguarda il contrasto all'immigrazione clandestina». Mentre i dipendenti del ministero dell’Interno che aderiscono a Cgil, Cisl e Uil annunciano lo stato di agitazione e segnalano ad Amato lo «stato comatoso degli sportelli immigrazione».

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