Immigrati e anziani, le due facce della città

Immigrati e anziani: due categorie di persone che rappresentano, secondo una ricerca della Camera di commercio, due facce opposte della città. Da una parte la volontà di trovare un alloggio regolare, dall’altra la difficoltà a vivere in abitazioni inadeguate.
La Milano degli immigrati Trecentomila stranieri sparsi per la Lombardia, la metà dei quali nel capoluogo. Ci sono sia uomini che donne perché sono moltissimi i familiari che si sono ricongiunti. Hanno tutti la necessità pressante di trovare una casa: vogliono vivere in un luogo fisso. Magari in un appartamento adatto ad ospitare anche i bambini. Alla fine però gli immigrati cercano alloggi soprattutto per dormire, anche perché mancano istituti di seconda accoglienza, attualmente ci sono centodieci dormitori con cinquemila posti letto disponibili.
Anche fra gli stranieri, aumenta comunque la propensione a spendere per la casa, con una maggiore attenzione verso gli affitti. Comanda la classifica degli «investimenti immobiliari» la comunità cinese. Nell’ultimo bando del Comune per l’assegnazione di alloggi popolari, quasi seimila richieste sono giunte da extracomunitari. E negli ultimi anni, più del 60 per cento delle domande è stata presentata da immigrati.
La Milano degli anziani In città ne risiedono circa 290mila, un quarto della popolazione complessiva. Quasi la metà ha più di 75 anni e il trenta per cento vive in solitudine. Aumentano le persone che hanno bisogno di assistenza: 70mila anziani hanno un’autonomia ridotta, 18mila sono quasi del tutto disabili. Il vero problema è che, per loro, le case sono troppo care e troppo poco confortevoli: manca il riscaldamento fisso, mancano gli ascensori, ci sono ostacoli ingombranti.

Gli anziani hanno la sensazione di vivere in case «eccessivamente grandi e costose» per le loro abitudini. Infatti nel 2002 il trenta per cento delle domande per ottenere una casa popolare è provenuta proprio da persone anziane. Alla fine vorrebbero solo avere un appartamento «su misura».

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