Immobili dissestati, ma nessuno interviene

Gli inquilini di via degli Armatori protestano inutilmente da diversi mesi

Giuseppe Taccini

Non bastava la scarsa manutenzione. Adesso ci si mettono pure gli schiamazzi. Diurni e notturni. Gli inquilini di via degli Armatori 11 - alla Garbatella - sono davvero sfortunati.
La dea bendata sembra essersi scordata di loro. Da mesi infatti combattono per superare il degrado in cui versano gli stabili dove risiedono, di proprietà del Comune. Vale la pena di fare qualche esempio per rendersi conto della situazione. L’esposto per degrado nello stabile abitativo, presentato il 20 giugno 2005, dagli inquilini al direttore del III Dipartimento per la Gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Roma e al direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica della Asl Rm/C, parla chiaro.
«Con il presente i sottoscritti richiedono gli interventi di rispettiva competenza per far cessare il degrado abitativo che si subisce a causa dell’incuria dell’amministrazione comunale - si legge nel documento -. Al riguardo si precisa che l’illuminazione nel cortile è insufficiente per le lampade fuori uso; che il portoncino d’ingresso dello stabile è difettoso; che il pavimento dell’androne è dissestato e che la pulizia delle scale è inesistente».
Come se non bastasse, si aggiunge altra carne al fuoco. Gli inquilini infatti sottolineano che «il cancello che dà sulla strada è sempre aperto e privo di citofono». A rendere paradossale la scarsa manutenzione c’è soprattutto la mancanza dell’ascensore in uno stabile che, è bene ricordarlo, è abitato da numerose persone anziane e portatori di handicap. Che quotidianamente debbono armarsi di santa pazienza per uscire di casa e fare le cose dei comuni mortali. A dire il vero, qualcosa ha fatto la società che si occupa della manutenzione degli immobili del Campidoglio. E cioè la ripulitura esterna dello stabile. A sentire le lamentele degli inquilini, si sarebbe però disinteressata della manutenzione. E dall’invio della lettera di sollecitazione di intervento sono trascorsi più di tre mesi. A rendere più scottante la vicenda ci si è messa anche la questione dell’amianto sulle pareti dell’edificio. Il Dipartimento XII dei Lavori pubblici si sarebbe attivato per farlo rimuovere. Ma sappiamo che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Dulcis in fundo, la vicenda degli schiamazzi.

Nell’esposto per «disturbo della quiete pubblica», indirizzato al commissariato di pubblica sicurezza della zona, viene precisato dagli inquilini che «nel cortile dello stabile, a ridosso delle finestre degli appartamenti, un gruppo di giovani impedisce il riposo in qualsiasi momento della giornata». I pacifici richiami non hanno prodotto risultato. E i cittadini sono ricorsi ad estremi rimedi.

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