«Immobili militari in vendita? Cambio d’uso e valgono di più»

RomaNon bisogna soltanto risparmiare. Bisogna anche valorizzare al massimo un patrimonio destinato in parte ad essere alienato. L’ultima mossa è spiegata in un emendamento al decreto-legge 138 dello scorso 13 agosto attualmente in discussione al Senato e recante una sostanziale modifica dell’iter di alienazione degli immobili della Difesa.
Ministro La Russa, cosa prevede la norma in questione?
«Prevede innanzitutto di modificare la destinazione d’uso degli immobili da alienare in modo da valutare al massimo il loro valore commerciale».
Sono immobili di pregio e spesso in zone centrali delle grandi aree urbane. Possibile che il mercato non sia già capace di valutarli al massimo?
«In verità non è così facile vendere quel tipo di immobili. Intanto erano le diverse strutture della Difesa cui facevano capo a essere poco interessate alla loro alienazione».
E perché?
«Perché il ricavo era molto basso e spesso le spese di trasferimento degli uffici e del personale erano molto alte».
Ora cosa cambierà con questo emendamento?
«Faccio un esempio pratico. Per la vendita di una caserma dismessa sarà necessario concludere l’alienazione entro 180 giorni e, grazie a una conferenza Stato-Regione-Comune, sarà possibile accelerare i tempi del cambio di destinazione d’uso e una adeguata variante del piano regolatore prima della vendita in modo da ottenere il massimo dalla sua cessione».
E si tratta di un incremento di valore consistente?
«Sicuramente. E non solo. Possiamo in questo modo fare la nostra parte per risanare le casse del Tesoro, far guadagnare gli enti locali e consentire alla Difesa di rifarsi degli ultimi tagli ministeriali».
In questo modo però sembra quasi che si venda parte del patrimonio immobiliare per le spese correnti di gestione di un ministero?
«Detta così suona male.

Il ministero della Difesa ha dei costi molto alti e comunque investire soldi nell’adeguamento degli strumenti e dei mezzi di lavoro dei militari significa in buona sostanza investire anche nella loro sicurezza. Non è cosa da poco».

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