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"Impennata di arresti. Solo a Milano 33 in un mese. I reati sempre più violenti"

"Non si può più parlare di emergenza, ormai il disagio è diventato strutturale"

"Impennata di arresti. Solo a Milano 33 in un mese. I reati sempre più violenti"

«Non si può più parlare di emergenza, ormai il disagio è diventato strutturale»: così il mese scorso Maria Carla Gatto, presidente del tribunale per i minorenni di Milano, aveva lanciato l'allarme sulla crescita esponenziale degli arresti tra gli under 18 nel capoluogo lombardo: in un solo mese trentatrè minorenni finiti dietro le sbarre, più di uno al giorno. Confrontato con lo stesso periodo dell'epoca precedente alla pandemia, significa una impennata del 136 per cento. Un dato che da un lato porta a domandarsi cosa stia accadendo ai ragazzi di Milano, e dall'altro a prendere atto della insufficienza delle strutture destinate alla devianza minorile.

Presidente Gatto, una crescita del 136 per cento in pochi anni è un dato impressionante. Ci sono speranze di invertire il trend?

«La speranza di invertire il trend - risponde il giudice - sta nella nostra capacità di riuscire ad intercettare precocemente il disagio. Costruire alleanze per la prevenzione è l'obiettivo su cui tutti insieme dobbiamo puntare: tribunale, operatori sociali, servizi psicologici e sanitari, agenzie educative, forze dell'ordine e terzo settore».

Però nel frattempo i minori che incappano nel sistema penale devono fare i conti con strutture insufficienti e inadeguate. Il Beccaria ridotto a una capienza di 21 posti costringe a mandare molti ragazzi in carceri a grandi distanze da casa, rendendo quasi impossibili i rapporti con la famiglia di origine. Pensa che sia accettabile?

Quanto all'annoso problema connesso al ritardo nel completamento dei lavori dell'Ipm (Istituto penale per i minorenni, ndr) oggi posso dire che si vede finalmente la possibilità di riattivare, prima dell'estate, la struttura nel suo complesso e questo potrà garantire ai ragazzi di permanere nel territorio di appartenenza, di studiare progetti che coinvolgano più ragazzi e quindi rafforzare la rete tra dentro e fuori, indispensabile per favorire rieducazione, formazione e inserimento sociale. Naturalmente per realizzare progetti occorrono educatori e agenti in numero sufficiente ed adeguatamente formati».

La stragrande maggioranza dei minorenni detenuti al Beccaria è in attesa di giudizio. Non significa che dalla parte della magistratura c'è attualmente un uso eccessivo della custodia cautelare?

«Purtroppo non c'è nessun eccesso nell'utilizzo della custodia cautelare: si riscontra sempre maggiore violenza nella commissione dei reati e la crescente dipendenza dei ragazzi dall'utilizzo di sostanze unita al disagio psichico rende gli interventi sempre più complessi».

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