Ridotto l'acconto fiscale su Ires e Irap, deduzione del 10 per cento dell'Irap dall'Ires, pagamenti più veloci della pubblica amministrazione, l'Iva sarà pagata soltanto alla riscossione del corrispettivo, e soprattutto saranno rivisti gli studi di settore. Nel pacchetto di misure anticrisi c'è un consistente capitolo che riguarda le imprese e viene incontro alle richieste che negli ultimi mesi si sono levate dal mondo produttivo in crescente difficoltà, soprattutto dalle aziende di piccole e medie dimensioni.
Gli acconti Ires e Irap calano di tre punti percentuali da lunedì 1° dicembre, e a chi avesse già pagato la somma intera verrà riconosciuto un credito d'imposta di entità pari alla riduzione. Il 10 per cento dell'Irap potrà essere dedotto dall'imponibile Ires: questa quota viene considerata uno sconto a forfait sugli interessi passivi e sulle spese per il personale dipendente. Viene introdotta la cosiddetta Iva di cassa, uno dei cardini del programma economico proposto in campagna elettorale dal Pdl: l'imposta sul valore aggiunto sarà pagata soltanto quando verrà effettivamente riscosso il corrispettivo; la novità è sperimentale per il triennio 2009-11 e la sua efficacia è subordinata all'autorizzazione di Bruxelles perché, come ha sottolineato il ministro Giulio Tremonti, «è una norma soggetta all'assenso europeo». Il decreto prevede anche lo sblocco dei rimborsi Iva ultradecennali.
I pagamenti della pubblica amministrazione verso i privati saranno resi più veloci grazie a un meccanismo di garanzia che immetterà liquidità, nel quale interverranno la Sace e le assicurazioni. Novità anche sul fronte della lotta all'evasione: saranno più frequenti le visite del fisco alle società con giro d'affari superiore a 300 milioni di euro, mentre saranno applicate mini-sanzioni (12,5 per cento sulle tasse non pagate nel passato) a chi decide di pagare subito la multa senza arrivare al contraddittorio.
Tra i provvedimenti più attesi c'è infine la revisione degli studi di settore, cioè dei parametri in base ai quali vengono calcolati il reddito presunto, e quindi le tasse di piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, cooperative, lavoratori autonomi. La bozza di decreto stabilisce che i parametri saranno ricalcolati tenendo conto della crisi economica e dei mercati «con particolare riguardo a determinati settori o aree territoriali». «Gli studi di settore hanno funzionato con il presupposto che l'economia crescesse - ha spiegato Tremonti -. Data la situazione eccezionale, per particolari settori, e sempre con una contrattazione con le categorie, si può pensare a un adattamento alla congiuntura».
Il sollievo delle categorie produttive è palpabile. «Il governo ha recepito molte delle nostre sollecitazioni - ha riconosciuto il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini - con uno sforzo apprezzabile per sostenere l'economia reale in questa difficile congiuntura»: particolarmente importante viene giudicato «il potenziamento dei Consorzi fidi per garantire migliori condizioni di accesso al credito per artigiani e piccoli imprenditori». Giuseppe Bortolussi, leader della Cgia di Mestre e assessore nella giunta veneziana di centrosinistra, ha applaudito Tremonti per essere «intervenuto con tempestività e aver capito le difficoltà e il ruolo del nostro mondo produttivo».
Il pacchetto anticrisi è apprezzato anche dalla Cna, dalla Confcommercio e dal mondo delle coop.
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