IMPUTATI ALZATEVI

A dar retta a una buona parte dei commenti che si sono letti sulla macabra vicenda di Milano, non si capisce il motivo per cui la magistratura abbia ordinato l’arresto di una dozzina abbondante di persone. Colpevole di tutte le porcherie avvenute in sala operatoria, infatti, secondo molti non sarebbe tizio o caio, non un qualcuno con una faccia un nome e un cognome e una coscienza, ma «il sistema».
«La sanità privata di Milano: mali inventati per spillare soldi», era il titolo di Liberazione. Non alcuni medici insomma, e neppure una singola clinica milanese, ma tutta «la sanità privata di Milano» non fa altro che quello: inventa malattie «per spillare soldi». Stessa musica per Il Manifesto: i fatti sono «un limpido esempio di sanità privata»; l’editoriale si intitola «La medicina degli affari» e un’intervista a un medico-consigliere comunale chiude la vicenda con un giudizio tranchant: «I privati speculano sui malati lombardi».
Certo quei giornali non sono un modello di moderazione e forse è perfino fuori luogo dar loro tanto peso. Però, anche se in modo certamente meno greve e più argomentato, le stesse cose le ha fatte intendere Umberto Veronesi. Il significato di quello che è accaduto, ha spiegato il professore, «dal punto di vista sanitario e sociale è evidente», e si tratta di questo: «È una segnalazione del rischio che si annida nelle crepe del sistema dei Drg, introdotto circa 15 anni fa come metodo di rimborso delle prestazioni ospedaliere...». Anche qui, insomma, «il sistema»: quello della collaborazione tra pubblico e privato. Al processo la Corte d’assise farà dunque bene a sostituire il classico «imputati alzatevi» con un più realistico «imputati sedetevi», visto che alla sbarra, in realtà, c’è la sanità lombarda. A noi pare assurdo. Intanto il sistema delle convenzioni c’è in tutta Italia e anzi, se c’è una regione in cui gli ospedali pubblici non sembrano aver risentito della «concorrenza» dei privati, questa è proprio la Lombardia, ritenuta da molti il luogo ideale per essere curati.
Certo il sistema può essere migliorato. La pratica dei rimborsi che permettono ai medici di arrotondare è rischiosa, perché l’occasione fa l’uomo ladro. Però è anche vero che a quanto pare alla Santa Rita l’obiettivo fossero i 27.000 euro al mese, e questo non è più un arrotondamento, è una rapina. Certo i controlli devono essere severissimi. Però è anche vero che la Regione Lombardia di controlli ne ha fatti, di sanzioni ne ha irrogate, ma qualcosa scappa sempre. Certo, insomma, tutto è migliorabile. Ma qualche difetto non può decretare il fallimento di un «sistema» che ha permesso agli italiani di aggirare spesso le vecchie, interminabili liste d’attesa; di curarsi in strutture altrimenti riservate ai ricchi; di scegliere dove e da chi farsi operare. Ha anche permesso, questo sistema, la nascita di strutture di assoluta eccellenza.


Si alzino dunque, al processo, coloro che le norme le hanno violate, e lasciamo a sedere la società, il sistema, tutte quelle astrazioni che tanto piacciono a chi non crede negli individui, e nella loro drammatica libertà di scegliere tra il bene e il male.

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