In pochi hanno visto le fiamme, ma quasi tutti sono stati svegliati da un forte odore di bruciato e dal fumo fitto. Nella notte tra mercoledì e giovedì, il reparto di oncologia, al quarto piano dell’ospedale San Carlo, è stato fatto sgomberare in fretta e furia: un trasloco imposto dai protocolli di sicurezza. E così i sedici pazienti malati di tumore sono stati spostati dalle loro stanze a un altro blocco dell’istituto, quasi tutti nel reparto di riabilitazione. Gli infermieri e i medici di turno hanno avuto un gran da fare fino all’alba, tra sedie a rotelle, barelle, flebo. Fortunatamente non c’è stato nessun ferito e il fuoco non ha danneggiato né macchinari né niente all’interno del reparto. Tuttavia i corridoi e le stanze sono stati invasi da un fumo insopportabile. Paradossalmente i disagi sono stati più forti al quarto piano (forse per una finestra lasciata aperta) che nei reparti dei primi tre piani, dove si trovano psichiatria, pediatria e cardiologia.
Ad andare a fuoco una pigna di bancali di legno accatastati nel cortile interno dell’ospedale e un contenitore di plastica pieno si vecchie stampanti, telefoni e fax da buttare via. «In reparto stiamo facendo pulizia - spiegano i dipendenti del San Carlo - e ci stiamo liberando di un po’ di materiale che non viene utilizzato più da tempo ed era chiuso negli armadi occupando spazio». Certo, a tutti sembra strano che le stampanti, che per altro non prendono fuoco facilmente, siano bruciate da sole.
Le fiamme hanno messo fuori uso i filtri dell’impianto di ventilazione, danneggiato la facciata dell’edificio e annerito le pareti e le finestre, rovinando gli infissi. I primi ad accorgersi di ciò che stava accadendo sono stati gli infermieri: intorno alla mezzanotte le fiamme si sono alzate in corrispondenza degli uffici del caposala e delle cucinette del reparto, quindi dal lato opposto rispetto alle stanze dei pazienti. Sono stati proprio gli infermieri i primi a gestire l’emergenza: hanno immediatamente impugnato gli estintori e si sono precipitati in cortile per spegnere le fiamme ed evitare che arrivassero all’interno della struttura. Gli infermieri non sono però riusciti a gestire la nube di fumo nero, la fuliggine e il pungente odore che ha avvolto tutto. I pompieri hanno fatto il resto, intervenendo sul posto con due autoscale e due autopompe. Rimangono tuttavia poco chiare le cause dell’incendio: le squadre di soccorso hanno effettuato tutti i rilievi del caso ma hanno constatato che «l’origine del rogo non appare di immediata comprensione. A prendere fuoco sono stati oggetti non facilmente infiammabili». Il direttore generale, Antonio Mobilia, accorso in ospedale nel cuore della notte, ha subito fatto spegnere l’impianto di areazione per evitare che il fumo si propagasse.
«A scopo precauzionale - spiegano in ospedale - il personale del reparto di oncologia ha preferito spostare i pazienti del blocco D nelle stanze dei blocchi A e B, per constatare che non vi fosse pericolo. Un trasferimento temporaneo, giusto il tempo necessario per scongiurare ogni pericolo. Tutti i pazienti degli altri piani, invece, sono rimasti nelle loro stanze, assistiti dal personale medico e infermieristico presente».
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