Inchiesta chiusa: si va verso il rinvio a giudizio di Paolo e Ala

A Gradoli chiusa l’inchiesta sul giallo che dall’estate ha sconvolto il paesino sul lago di Bolsena. Nei prossimi giorni il pm Renzo Petroselli potrà depositare gli atti al gup Salvatore Fanti, giudice per l’udienza preliminare, che dovrà decidere sul rinvio a giudizio per Paolo Esposito. 40 anni, e l’amante 24enne Ala Ceoban, sorella di Tatiana, 36 anni, e zia della figlia Elena, 13 anni, entrambe scomparse il 30 maggio.
I termini per l’indagine preliminare sono scaduti e non sarebbe necessaria alcuna proroga. Gli elementi a carico dei possibili imputati, in carcere da luglio con le accuse di duplice omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, sarebbero tanti. Comunque abbastanza per mandarli alla sbarra. A cominciare dalle bugie raccontate sui giorni della drammatica sparizione, sul rapporto fra Tania e Paolo, la figlia di 5 anni Erika e, soprattutto, sulla relazione, negata fino all’ultimo, fra l’elettricista e la cognata. Menzogne e contraddizioni puntualmente contestate dall’evidenza, come dai tabulati telefonici di due utenze «nascoste» in uso a Paolo e Ala e che confermano che i due erano assieme, a Gradoli, il giorno della mattanza. Ci sono poi le macchie di sangue nella casa degli orrori, ovvero nella villetta delle Cannicelle: 17 tracce positive sulle 27 totali rilevate in cucina e il cui dna apparterrebbe a Tatiana. Ancora: la mancanza di un alibi per entrambi e una testimonianza chiave, quella di un’amica moldava, Irina, contattata da Ala all’indomani della scomparsa della sorella. Secondo Irina, Ala le avrebbe chiesto di chiamare in Italia fingendo di essere Tatiana. Un escamotage per dimostrare la fuga all’estero delle due. Al processo, che potrebbe avviarsi in primavera, saranno chiamate a testimoniare altre due donne, P.L. e D.G. La prima è un’amica di Tania. A verbale avrebbe già spiegato quanto la straniera fosse infelice con il compagno, del loro rapporto burrascoso nonostante le dichiarazioni di Esposito («Siamo una famiglia felice») e che Tania più volte le aveva raccontato di sopportare la convivenza pur di non allontanare le sorelline. La seconda, invece, è la mamma di una compagna di Erika. Due giorni dopo la scomparsa sia Paolo che la bambina le avrebbero detto che Tatiana e la figlia maggiore erano andate a Roma. Strano, visto che alle 14 di sabato 30 maggio D.G. aveva sentito al telefono Tania. Le due si erano date appuntamento per le ore 18 dello stesso pomeriggio. Appuntamento al quale la donna non si è presentata. Che Esposito, infine, avesse una relazione con la cognata era noto alla stessa Tatiana già da anni. Almeno da quando la poveretta scopre in un dvd alcune riprese amatoriali ma molto nitide. Protagonisti Ala e Paolo in un rapporto sessuale da filmetto hardcore. Un evento che scatena Esposito in una battaglia legale per togliere la patria potestà di Erika alla madre sostenendo la sua pazzia. Guerra persa.

Esposito è anche accusato di detenzione di materiale pedopornografico: nel suo computer sequestrato nell’ufficio di via Piave sono state trovate centinaia di foto di bambini tra i 6 e i 7 anni ripresi durante rapporti sessuali con adulti.

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