Perugia - Anche l’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi è stato intercettato dagli investigatori che indagavano sugli appalti per i Grandi Eventi. E intanto sul suo palazzo di via dei Prefetti a Roma, quello che proprio Lunardi acquistò nel 2004 dalla Congregazione di Propaganda Fide per poco più di 4 milioni di euro, arriva un’altra rogna per l’ex ministro dai verbali dell’architetto di Diego Anemone, Angelo Zampolini. Che ai pm perugini Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi avrebbe raccontato che quell’edificio valeva, nella sua opinione, molto più del prezzo poi pagato dal parlamentare. «Secondo me valeva almeno otto milioni». Tornando alle intercettazioni, i cui brogliacci sono agli atti della procura umbra, queste riguarderebbero conversazioni con l’ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, Angelo Balducci, e altri protagonisti della cricca. Sul punto nei prossimi giorni i pm di Perugia chiederanno al Parlamento la possibilità di utilizzare quelle telefonate intercettate per allegarle all’inchiesta che lo vede indagato per corruzione insieme al cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. Che ieri ha incassato la solidarietà di monsignor Claudio Maria Celli (presidente del pontificio consiglio per le Comunicazioni sociali ed ex segretario dell’Apsa, amministrazione del patrimonio della Sede apostolica) in attesa di essere ascoltato in gran segreto dai pubblici ministeri perugini. In relazione alla vendita all’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi del palazzetto in via dei Prefetti, Sepe aveva detto che «la somma, incassata peraltro immediatamente, venne trasferita all’Apsa, affinché fosse destinata a tutta l’attività missionaria nel mondo». Nel frattempo il gup di Perugia, Massimo Ricciarelli, ha disposto il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per altre due società del Gruppo Anemone: il «Salaria Sport Village» e la «Società Sportiva Romana». Il divieto avrà una durata di otto mesi. La stessa misura era già stata disposta per le altre quattro aziende del gruppo del costruttore romano e operanti nel settore edile. Per tutte e sei le società la procura di Perugia, titolare dell’inchiesta sugli appalti per i «Grandi eventi» aveva chiesto il commissariamento negato però dal giudice di Perugia. Intanto i pm romani delegati a indagare sulla Scuola dei Marescialli di Firenze, dopo ladecisione della Cassazione che ha trasferito gli atti dell’indagine da Firenze a Roma, chiedono il rinnovo delle misure cautelari a carico di Balducci, De Santis, Piscicelli e dell’avvocato Cerruti.
I provvedimenti dei magistrati romani, l’aggiunto Alberto Caperna e i sostituti Ilaria Calò e Roberto Felici, hanno interessato non solo i tre indagati, De Santis (che si trova tuttora in carcere), Piscicelli (ai domiciliari) e Cerruti (obbligo di dimora), dal cui ricorso in Cassazione è scaturita la competenza romana sulla vicenda, ma anche Balducci, il cui difensore aveva evitato il ricorso alla Suprema Corte. Per tutti il reato ipotizzato è quello di corruzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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