Inchiesta Mediatrade, Pier Silvio Berlusconi: vogliono colpire papà

Il Pdl fa quadrato attorno al premier dopo la chiusura delle indagini del caso Mediatrade. L'avvocato Longo: "Processo spezzatino, tecnica per indagare una persona per sempre". Bersani: "Fare giustizia"

Inchiesta Mediatrade, 
Pier Silvio Berlusconi: 
vogliono colpire papà

Roma - Il giorno dopo la chiusura delle indagini sul caso Mediatrade, che vede indagati, tra gli altri, Silvio e Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, il Pdl fa quadrato attorno al premier. Le prime dichiarazioni sono arrivate nel tardo pomeriggio di ieri.

Pier Silvio Berlusconi: "Vogliono colpire mio padre" ’inchiesta sui diritti tv dimostra "la volontà di colpire mio padre con qualunque pretesto". A sottolinearlo è Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset e figlio del premier. In una dichiarazione, Pier Silvio parla anche di "accuse odiose" ma insieme confida nel fatto che "emergerà presto l’assoluta estraneità mia, di mio padre e del presidente Fedele Confalonieri".  "Ho appreso con stupore ma con grande tranquillità - afferma Pier Silvio Berlusconi - la notizia dell’inserimento del mio nome nelle indagini sui diritti cinematografici. La tranquillità nasce dal fatto che so come lavoriamo, sia io personalmente sia tutta Mediaset. So quanto scrupolo Mediaset pone nel controllare i costi e quale sforzo è quotidianamente messo in atto per dare il massimo ai nostri tanti azionisti. E tutto questo è assolutamente evidente nei bilanci Mediaset. Per cui mi fa quasi sorridere che proprio io sia stato coinvolto in un’inchiesta in cui si parla di costi gonfiati, fondi neri e irregolarità fiscal". "Certo le indagini si sono appena concluse - continua il vicepresidente di Mediaset - e ora spetterà a un giudice stabilire se esistono gli estremi per un processo che mi coinvolga. Ma comunque sono assolutamente sereno e confido nel fatto che emergerà presto l’assoluta estraneità mia, di mio padre e del presidente Fedele Confalonieri alle odiose accuse ipotizzate. Per quanto mi riguarda è già accaduto una volta. Tuttavia questo non riduce l’amarezza di vedere di nuovo la volontà di colpire mio padre con qualunque pretesto. E la mia impressione è che anch’io, da ieri, sia stato inserito in questo meccanismo"." Come cittadino e come imprenditore - conclude Pier Silvio Berlusconi - non posso accettare tale sistema, ma voglio che tutti sappiano che essere stato scaraventato in questa bagarre non mi spaventa affatto e anzi mi fa sentire ancora più vicino a mio padre. In tutto e per tutto".

Difesa premier: "Processi spezzatino"
"Sono i tipici processi "spezzatino", tecnica usata da certe procure per mantenere una persona indagata per sempre". Lo ha affermato il professor Piero Longo, difensore insieme a Nicolò Ghedini, di Silvio Berlusconi e ora anche del figlio del premier Pier Silvio, parlando della chiusura dell’inchiesta Mediatrade, procedimento ritenuto una sorta di ’fotocopià di quello già in fase di dibattimento sulla compravendita dei diritti tv e cinematografici Mediaset. Il professor Longo, oltre a contestare l’uso dei "processi spezzatino", per mantenere una persona, in questo caso il riferimento è al premier, indagata «per molto tempo o per sempre, ha sottolineato che la conclusione delle indagini arrivano ora con lo scopo di "celebrare l’udienza preliminare in piena campagna elettorale per le Regionali". Lunedì prossimo, in linea di massima, le difese dovrebbero avere accesso alla documentazione depositata dai pm Fabio De pasquale e Sergio Spadaro: si parla di due cd i quali, prevedono i legali degli indagati, conterranno in gran parte documenti già conosciuti a cui si dovrebbero aggiungere almeno nuove consulenze che "allungano" i tempi dei reati contestati ed "allargano" il capo di imputazione a 12 persone".

Alfano: campagna elettorale e giustizia Oggi ha parlato anche il Guardasigilli Angelino Alfano: "Non conosco gli atti del procedimento ma conosco il presidente del Consiglio. Berlusconi da anni si dedica esclusivamente al bene del Paese" ha detto ad Arezzo, dove è in corso una convention del Pdl, rispondendo ai giornalisti. "In tutti questi anni - ha aggiunto il ministro - non gli ho mai sentito fare una sola telefonata e una sola conversazione che avessero ad oggetto i suoi antichi interessi imprenditoriali che non sono più di sua pertinenza". Il ministro ha poi osservato che "la campagna elettorale in Italia chiama sempre con se il tema giustizia. Siamo confortati dal fatto che dopo questa per tre anni non ce ne saranno". "Dopo le elezioni - ha concluso il Guardasigilli -, spero che ci sarà un clima più sereno".

Capezzone: "Poteva mancare un'inchiesta per le regionali?"
"Da troppo tempo, ci stiamo tutti mitridatizzando, ci stiamo abituando a dosi crescenti di veleno, finendo per considerare normale quello che normale non è in nessun Paese dell’Occidente avanzato: e cioè il deflagrare di una bomba giudiziaria all’apertura di ogni campagna elettorale": ha dichiarato Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. "Il bersaglio? Il solito: Silvio Berlusconi. I beneficiari politici? I soliti: i suoi avversari e i gruppi editoriali specializzati nell’aggressione contro il Premier", ha continuato Capezzone in una nota.

Cicchitto: "Uso politico della giustizia"
Sulla stessa linea anche il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. "Come volevasi dimostrare. Se c’era qualcuno che ancora negava l’evidenza e dubitava dell’esistenza di un nucleo giudiziario-politico-editoriale che fa dell’uso politico della giustizia la sua arma essenziale contro Berlusconi, purtroppo, ha avuto una risposta inconfutabile con l’iniziativa giudiziaria a pochi giorni dall’inizio della campagna elettorale".

Bocchino: "E' accanimento giudiziario" "La tempistica sospetta del processo Mediatrade ci convince ulteriormente dell’esistenza di un accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi e impone scelte normative per tutelare la democrazia elettorale". E' l'opinione del vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera Italo Bocchino. Per questa ragione, ha spiegato, "approveremo presto il legittimo impedimento ed approfondiremo con la necessaria riflessione il cosiddetto processo breve, senza tralasciare l’ipotesi di reintroduzione dell’immunità parlamentare".

Bersani: "Spero che la giustizia possa fare il suo mestiere"
L’inchiesta sui diritti televisivi Mediatrade rappresenta "un problema di civiltà" perché ci si interroga "se la giustizia può fare la sua parte, questo è il punto", e non se porterà voti a Berlusconi. Lo ha dichiarato il segretario Pd Pierluigi Bersani, replicando ai giornalisti al suo arrivo a Folgaria dove terrà un comizio alla Festa democratica. "Io voglio credere che la giustizia sarà in condizioni, come avverrebbe per qualsiasi cittadino - ha detto Bersani - di accertare la verità su fatti così gravi. E aggiungo anche che voglio creere che mentre succede questo e la giustizia fa il suo mestiere, noi si possa parlare anche dei problemi di questo Paese". Alla domanda se l’inchiesta Mediatrade possa portare voti a Berlusconi, Bersani replica: "Sarebbe curioso. Ma il problema non è questo. Qui c’è un problema di civiltà". E cioè "se la giustizia può fare la sua parte. Questo è il punto. E adesso ci pensano i cittadini".

Di Pietro attacca
"Ghedini: "accuse incredibili". Bondi: "così muore la giustizia". Sono queste le prime esilaranti dichiarazioni dell’avvocato di Berlusconi, nonchè parlamentare, e del ministro dei Beni Culturali, che ha rifinanziato con i soldi pubblici la fondazione Craxi, sul probabile rinvio a giudizio del presidente del Consiglio nel processo Mediatrade-Rti". Lo scrive in un post sul suo blog il Presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "Seguirò - anticipa - anche questo processo attraverso il blog così come sto facendo con quelli di Bassolino, Mills e Dell’Utri. La giustizia fa il suo corso, le leggi della Casta altrettanto. Il processo breve, illegittimo impedimento e la legge sulle intercettazioni, il cui iter riprenderà a breve, sono i rasoi con cui verranno recisi i processi passati e futuri, quello Mediatrade-Rti compreso". "L’indignazione mostrata in queste ore per l’esito delle indagini è tutta una pantomima: Silvio e Pier Silvio - prosegue - sanno benissimo che le leggi, con cui il papi sta intasando il Parlamento mentre il Paese cade in disgrazia, li salveranno insieme ai compagni di evasione.

Per Berlusconi il rinvio a giudizio in questo processo, l’ennesimo di un percorso imprenditoriale lastricato di corruzione e malaffare, in realtà è una manna dal cielo. Sarà per lui, e per i suoi scagnozzi, un’occasione unica per rilanciare la campagna d’odio contro la "magistratura comunista" ed evitare il confronto sui veri temi elettorali in vista delle regionali".

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