Inchiesta Nel tribunale dove si entra armati

Inchiesta Nel tribunale dove si entra armati

Forse qualcuno si è dimenticato di attaccare la spina. È l'unica scusa plausibile ad una lacuna in tema di sicurezza talmente grossa da far tremare le gambe solo a sentirla nominare. Chissà se lo sanno i magistrati e gli avvocati sanremesi che sul loro posto di lavoro è possibile entrare armati fino ai denti e raggiungere impunemente l'ufficio del giudice di turno, magari facendo una strage. La storia pubblicata ieri, quella dei fascicoli che si possono rubare perché incustoditi, è nulla al confronto di quella che dimostra come al Palazzo di Giustizia di Sanremo si possa entrare armati.
Nell’atrio del tribunale, nascosto nel gabbiotto delle guardie di sicurezza dev'esserci un tasto «on» che nessuno si è ricordato di premere. È quello per accendere gli scanner dei metal detector che qui ci sono, sì, ma non funzionano. Ci sarebbe da ridere se non fossimo in un Tribunale che qualcuno si è curato di dotare di strumenti di sicurezza in quanto considerato a rischio.

Un tribunale che tratta proprio in questo periodo, inchieste delicate, sulle infiltrazioni mafiose. Il tema è quello della sicurezza all'interno delle strutture giudiziarie. Sicurezza per gli operatori: giudici, magistrati, avvocati. Sono garantiti, da questo punto di vista? Poco, per non dire nulla. (...)

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