Roma - Nel teorema dei pm napoletani che indagano sulla «P4», la presunta «associazione segreta», e per delinquere, muoverebbe soprattutto informazioni, ovviamente prediligendo quelle «segretate e riservate». Woodcock e Curcio nelle migliaia di pagine di atti sembrano vedere l’estensione di una specie di network di pressioni e ricatti. Visione che, va ribadito, il gip partenopeo Luigi Giordano ha smantellato radicalmente, lasciando in piedi per il presunto dominus della P4, Gigi Bisignani, solo tre ipotesi di favoreggiamento.
Eppure, con la propalazione delle vagonate di allegati, salta fuori evidente la convinzione di inquirenti e pm che la «macchina del fango» conti, per funzionare a regime, anche sul nostro quotidiano. Come se non fossimo più un giornale, ma uno strumento nelle mani degli «uomini in nero». La lettura data dagli inquirenti all’intercettazione pubblicata qui sotto né è forse l’esempio più clamoroso. Un inviato del Giornale, che si occupa di giudiziaria, parla con il direttore dei rumors sull’inchiesta di Napoli. Tutto normale? Non secondo gli inquirenti, che non sembrano impressionati dai contatti tra Bisignani e i vertici - ribadiamo vertici - di buona parte dell’italica stampa, ma considerano quella «grave» intercettazione tra giornalisti «oltremodo significativa sotto il profilo investigativo».
Eppure chi conduce un’indagine dovrebbe conoscerne gli atti, per quanto corposi. E a scorrere le carte non pare affatto che Bisignani e soci considerassero il nostro quotidiano una specie di «cosa loro», teleguidata all’occorrenza. Anzi. Non sembriamo la testata più amata dal lobbista. Che a settembre commenta così con Pomicino la notizia del documento di Saint Lucia che mette in relazione il «cognato» di Fini, Tulliani, con le offshore proprietarie della casa di Montecarlo. «Ma è vero o finto questo cazzo di documento?», chiede Bisignani, che poi insiste: «Questo cazzo di Ravitola (Lavitola, ndr) chi è?». C’è poi una chiacchierata tra Bisignani e Briatore del 9 ottobre. I due parlano del Gp mancato di Roma, di Daniela (Santanché) «sempre più impazzita» perché «tutti gli altri vogliono fare l’accordo con Fini, lei è l’unica» che non vuole. Poi tocca a noi. Briatore: «Cos’è questa roba della Marcegaglia?». Bisignani: «È sempre questo clima assurdo che c’è con questi del Giornale». Br: «Comunque il Giornale è un danno, eh?». Bi: «Un danno pazzesco, ma adesso ti pare che ci si mette contro tutti gli industriali italiani?».
Il 10 tocca a tal «Claudio» raccogliere lo sfogo di Bisignani, dopo aver osservato che «questa storia della Marcegaglia è incredibile». «Questi sono un gruppo di pazzi sabotatori - spiega Gigi - che secondo me prima se li leva dalle palle il presidente è meglio è». Concetto che il lobbista replica tre giorni dopo, al telefono con la Pr Tiziana Biasini, conversando su un pezzo apparso il giorno prima sul Fatto quotidiano che indicava la Santanché «al vertice di un triangolo con Alessandro Sallusti e Luigi Bisignani». Gigi è seccato: «Mi sono rotto il cazzo, perché io sono contrarissimo a questa roba». «A quale roba?», chiede la Biasini.
«A questa roba che sta facendo il Giornale», insiste Bisignani, «Sallusti, insomma, mi sembra una cosa...». La Biasini dice: «Mi fanno molta paura questi del Fatto», e «Bisi» replica: «A me veramente fanno molta più paura questi del Giornale, devo dire la verità, perché sono dei pazzi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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