È stato davvero applicato il protocollo stabilito dal decreto della Corte dappello? Eluana è stata davvero sottoposta alliter previsto o si è cambiato programma in corso dopera? Queste sono le domande cruciali che restano senza risposta per i medici friulani riuniti nel «Coordinamento per Eluana e per tutti noi», indipendentemente dagli esiti dellautopsia giudiziaria che, su disposizione della Procura friulana, è stata eseguita ieri pomeriggio dallanatomopatologo Carlo Moreschi, da un medico legale di Padova e da un tossicologo. Il primo responso arriverà a ore.
Mentre il procuratore generale di Trieste, Beniamino Deidda, sembrava non ravvisare alcun reato e uno dei legali della famiglia Englaro, Giuseppe Campeis, continuava a ribadire che lanestesista Amato De Monte, a capo delléquipe medico-infermieristica, «ha seguito il protocollo così come era stato previsto», lOrdine dei medici di Udine apre uninchiesta sullo stesso De Monte, convocato questo giovedì, e su tutto lo staff coinvolto nel caso Englaro. Obiettivo: verificare il rispetto del Codice deontologico e indagare sulle ipotesi di «eventuale deriva eutanasica o abbandono terapeutico del paziente», dichiara il presidente dellOrdine, Luigi Conte.
Amarezza, tanta, nelle parole dei camici bianchi del «Coordinamento per Eluana» perché non hanno visto accogliere da parte del procuratore Antonio Biancardi la richiesta, inviata nel primo pomeriggio con fax urgente, di nominare un consulente tecnico di parte che potesse assistere alle operazioni peritali e allautopsia e perché non hanno ottenuto chiarimenti da parte della giunta regionale, dellAzienda sociosanitaria Medio-Friuli e del procuratore circa la «corrispondenza fra il protocollo attuato alla casa di riposo La Quiete e il dispositivo del decreto autorizzativo della Corte dappello». Il neurologo dellUniversità di Udine Gian Luigi Gigli, sostenitore della necessità di non togliere nutrizione e idratazione, al pari del collega Francesco Comelli, elenca tutte le anomalie: «Stando al protocollo il sondino nasogastrico doveva essere rimosso, e invece non è stato tolto; il protocollo diceva che si doveva procedere a un tentativo di riabilitazione seria della deglutizione». E invece «hanno lasciato il sondino e hanno dato a Eluana dosi di sedativi; il protocollo non prevedeva tutto questo», afferma Gigli.
Inchiesta sul medico che staccò il sondino
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