Inchiesta sulla P4, nelle nuove carte su Papa spuntano anche gli amici di Massimo D'Alema

Nelle carte del caso Papa si parla di ItalianiEuropei. Il trait d’union sarebbe Vin­cenzo Morichini, amico di Papa e molto lega­to al leader Ds. Un teste ai pm: "Mirichini organizzò una cena con Bisignani". Dagli accertamenti non ci sono anomalie nei conti del deputato del Pdl

Inchiesta sulla P4, nelle nuove carte su Papa 
spuntano anche gli amici di Massimo D'Alema

Anna Maria Greco - Simone di Meo

Per il caso Papa i pm di Napoli presenta­no nuove carte al tribunale del Riesame. So­no 130 pagine pesanti, che tirano in ballo an­che la fondazione di Massimo D’Alema, «Ita­lianieuropei». Il trait d’union sarebbe Vin­cenzo Morichini, amico di Papa e molto lega­to al leader Ds: i titolari dell’inchiesta P4, Henry John Woodcock e Francesco Curcio intendono ascoltarlo nei prossimi giorni.

Dagli atti risulterebbe anche che per i peri­ti nell'indagine patrimoniale sui conti correnti del deputato Pdl non emergerebbero «anomalie » di flussi finanziari o movimenti sospetti. E che sarebbe iscritta nel registro degli indagati la moglie di Papa, Tiziana Rodà.

I pm napoletani depositano il fascicolo prima dell’udienza per la convalida o la revoca dell’arresto del parlamentare, accusato di concussione, favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio. Si tratterebbe di testimonianze raccolte nella recente fase istruttoria.

Papa è in una cella del carcere di Poggioreale dal 20 luglio, dopo l’autorizzazione della Camera all’arresto. Entro sabato il tribunale del Riesame prenderà la sua decisione, ma intanto respinge l’eccezione formale sollevata dai legali del parlamentare, per un difetto di notifica.

Ma torniamo al contenuto dei nuovi atti dei pm. In un verbale del 26 luglio l'imprenditore napoletano Alfonso Gallo parla dei rapporti tra il deputato arrestato e Morichini, comproprietario con D’Alema della famosa barca «Icarus» e cacciatore di dote della fondazione ItalianiEuropei, coinvolto nello scandalo delle mazzette Enac.

«Sono stato vicino al Pd - racconta Gallo - e quindi alla Fondazione ItalianiEuropei di D'Alema e in quel contesto ho conosciuto Morichini, che a sua volta essendo pure lui vicino al Pd e alle posizioni di D'Alema frequentava la predetta fondazione. In questo contesto ho stretto un rapporto di conoscenza con Morichini e come azienda ho stipulato una serie di contratti assicurativi con la sua agenzia di Fiumicino, posto che Morichini è un broker assicurativo».

Gallo racconta di una cena organizzata da Morichini e «dedicata a possibili finanziatori della Fondazione ItalianiEuropei a cui partecipò anche Luigi Bisignani».

«Probabilmente Morichini- sottolinea l'imprenditore ai pm -, voleva dimostrarmi di avere la possibilità di introdurmi in ambienti per me utili in modo da convincermi a sovvenzionare maggiormente la Fondazione. Le dico che in quanto simpatizzante di D'Alema, con regolari bonifici, intestati alla Fondazione, l'ho sovvenzionato».

Nell’inchiesta P4 sarebbe indagata la moglie di Papa, Tiziana Rodà, i cui contratti di consulenza con Eni ed Enel sono stati sequestrati dalla polizia giudiziaria nelle scorse settimane presso le sedi delle due società.

Indagata anche la sua ex segretaria, Valentina Pacchiani, con l'accusa di concorso in estorsione e concussione, al termine dell'interrogatorio del 6 luglio scorso davanti ai magistrati.

Nell’udienza di ieri per la convalida dell’arresto di Papa, di fronte al collegio presieduto da Pierluigi Di Stefano, uno degli avvocati del deputato, Carlo Di Casola afferma che venerdì scorso l’ufficiale del Riesame non ha notificato l’avviso della fissazione dell’udienza all’altro legale, Giuseppe D’Alise.

Subito si diffonde la notizia che Papa potrebbe essere scarcerato alla mezzanotte di sabato e inizia il «giallo», che dura quasi quattro ore.

Se l’eccezione venisse accolta il tribunale dovrebbe far aprire le porte di Poggioreale. Ma i pm frenano: dalla Procura fanno sapere che la notifica è stata trovata.

Dopo qualche ora si accerta che, in effetti, l’ufficiale giudiziario ha fatto il suo dovere: ha consegnato la raccomandata al portiere del palazzo dello studio legale. E lui ha una delega specifica per ricevere gli atti giudiziari. Insomma è tutto regolare, nessun vizio di forma e l’eccezione viene respinta.

Superata la questione formale l’udienza entra nel merito. L’avvocato Di Casola chiede la revoca della misura cautelare dell’indagato, o almeno gli arresti domiciliari.

Intanto, dopo l’autorizzazione della Camera vengono aperte a Milano le cassette di sicurezza di un

altro indagato dai pm di Napoli per la P4, il deputato Pdl Marco Milanese. Dentro, però, ci sono solo gioielli di famiglia.

E domani saranno ispezionate dagli agenti della Digos anche due cassette in una banca di Roma.

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