Inchiesta In tribunale si possono rubare gli atti

Inchiesta In tribunale si possono rubare gli atti

Pensate forse che ci sia bisogno di ore di intercettazioni telefoniche, tecnici sonnolenti e bobine polverose per addentrarvi nei segreti inconfessabili del boss di turno? Se bazzicate per il ponente ligure potete dimenticarvi tutto questo sforzo. A Sanremo, il paese della comodità, negli uffici del casellario giudiziario le porte sono così aperte che quasi c'è corrente. Addentrarsi e sottrarre un fascicolo? Un gioco da ragazzi. Un giorno qualunque di una settimana qualunque e, in visita al Palazzo di Giustizia si scopre l'impensabile. La scena è quella di un mucchio di documenti e scartoffie, buttate alla rinfusa su una poltroncina in finta pelle bucata nell'angolo soleggiato di una stanza bollente nei 35 gradi di un fine luglio.
Ci vuole poco a curiosare, scoprire gli atti delle indagini. Sulla copertina un nome sconosciuto, straniero, quasi impronunciabile. Ma il suo fascicolo rivela qualcosa di molto più che noto, quasi comune. Lo chiameremo Alì, lui è uno dei tanti extracomunitari che tutti i giorni finiscono in manette per spaccio di droga. Teatro della vicenda l'estremo ponente della Liguria.

Alì, da quanto si legge nelle carte che lo riguardano, girava con un buon mezz'etto di cocaina nascosta nello zainetto. Lo hanno beccato, arrestato, processato. Spaccio, dicono i documenti. La sua storia giudiziaria ora rimpolpa un lungo elenco, che a sua volta costituisce una bella pila, (...)

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