Inchino davanti alla casa del boss: indagati i portatori della Madonna

Primi indagati nell'inchiesta aperta dalla Dda di Reggio Calabria sull'«inchino» della Madonna al boss Mazzagatti durante una processione religiosa a Oppido Mamertina. Alcuni dei presunti responsabili del segno di «devozione» alla mammasantissima ottantaduenne, condannato all'ergastolo ma ai domiciliari per motivi di salute, sono stati iscritti nel registro degli indagati. Sono 25 in tutto i portatori identificati grazie a un video girato dai carabinieri ma non si sa ancora quanti di loro siano finiti effettivamente sotto inchiesta. Si tratta - spiegano fonti investigative - di una iscrizione «tecnica» in vista di un approfondimento delle indagini. In ogni caso, precisano ancora le fonti investigative- è stata accertata anche l'identità di chi ha dato l'ordine di fare l'inchino davanti alla casa del boss .
Fondamentale per l'identificazione è stato il video fatto registrare durante la processione dal comandante della stazione dei carabinieri di Oppido Mamertina, il maresciallo Andrea Marino, che si è allontanato dalla processione sia per dissenso rispetto a quanto stava accadendo e sia per compiere tutti gli atti di polizia giudiziaria. Ora si sta verificando se alcuni portatori siano legati in qualche modo alla famiglia Mazzagatti. Altro aspetto sarà quello relativo all'ordine pubblico in occasione di future processioni o cerimonie religiose. Il maresciallo che ha dato il là all'inchiesta, intanto, si sfoga su facebook: «La 'ndrangheta, che a Oppido esiste, è una forma odiosa di sopraffazione fra esseri umani... Il piagnisteo non giova a nulla, al pari del nascondimento.

Servono azioni concrete».

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