Incidenti, ogni milanese sborsa 1.300 euro

Si continua a morire nel traffico a Milano. E gli incidenti non lasciano solo dolore, shock e paura. Gli incidenti costano. Non solo allo Stato, ma anche ai cittadini che devono pagare cure mediche e assicurazioni. Quanto? Tanto. Basti pensare che nel 2004 Milano ha speso 1.751,5 milioni di euro. La cifra è stata calcolata dagli esperti del Cnel (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) e pubblicata nel Libro Bianco sullo Stato della Sicurezza stradale del 2007.
«Chiamiamo costo sociale - spiega il dottor Maurizio Coppo di Rst (Ricerca e servizi per il territorio), tra i curatori del Libro Bianco - la somma degli oneri gravanti sullo Stato, le imprese e le famiglie. Sembra cinico, ma questo indicatore è molto utilizzato nei paesi del Nord Europa. Ed è importante per capire la gravità dell'insicurezza stradale». Ma la ricerca non si ferma qui, dividendo la cifra globale per il numero della popolazione è stato calcolato anche il costo sociale pro capite: ciascun milanese ha speso, in media, 1.348 euro, un valore di molto superiore al livello nazionale che si attesta sui 530 euro circa. A Catania, ad esempio, i cittadini spendono 687 euro, a Torino, invece, 651.
Milano non è sola ai vertici di questa triste classifica. Insieme a Roma, infatti, concentra oltre la metà delle vittime in area urbana. E ancora, i quattordici comuni italiani con oltre 250.000 abitanti hanno registrato 66.312 incidenti, provocando un quarto del danno sociale nazionale. «È sbagliato pensare che i problemi dell'insicurezza stradale in Italia siano le stragi del sabato sera o gli incidenti in autostrada. I cittadini corrono pericoli ogni giorno, andando a lavorare nelle ore di punta». I dati parlano chiaro: ogni cento vittime sessantacinque muoiono su strade cittadine. Se nel 2005 il numero dei morti si è ridotto, quello nelle aree urbane, invece, è aumentato: 107 morti e 564 feriti in più per un valore di 191 milioni di euro in meno.
Rischiano tutti, automobilisti per primi, seguiti a ruota dai motociclisti. E come dimostra la cronaca nera cittadina, rischiano anche le componenti più deboli della mobilità, ciclisti e pedoni come le due signore anziane morte a Milano nei giorni scorsi.
Episodi che fanno riflettere e destano preoccupazione: «L'Italia è ancora indietro rispetto ai suoi vicini europei, ma non tutto è perduto». Nonostante la maglia nera di Milano, i dati regionali sono confortanti. «La Lombardia è una delle regioni migliori riguardo alla sicurezza stradale perché sta agendo con eccellente tempestività». Sono 105, infatti, i progetti già attivati: dalla regolamentazione del traffico alla realizzazione di centri di monitoraggio, passando per la prevenzione e la tutela degli utenti più deboli. Se lo scorso anno il valore del costo sociale nazionale si è abbassato dell'1,6%, quello dei lombardi ha segnato un calo più drastico arrivando ad una diminuzione del 9,1%.

«Proprio per questi risultati positivi, auspichiamo un confronto tra le regioni, una sorta di tavolo permanente che permetta a quelle che hanno elaborato piani di sicurezza stradale più efficaci di trainare quelle che invece sono ancora molto indietro».

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