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«Un incubo, sentivo rumori dappertutto»

da Interlagos
«Sono felice, è difficile esprimere quello che ho dentro, perché sono fiero, entusiasta di quanto realizzato. Solo io so quanto sia stato difficile arrivare qui: vengo da una terra, la Spagna, che non ha (o meglio non aveva) tradizione nelle corse automobilistiche. Ho dovuto fare tutto da solo». Sono le prime parole di Fernando Alonso da nuovo campione del mondo della Formula 1. Il pilota spagnolo le pronuncia al termine di quella che lui stesso descrive come «la gara più lunga della mia carriera», 71 giri con il pensiero fisso «a non fare errori, anche nei doppiaggi». Alonso è il più giovane campione del mondo nella storia della Formula 1. «È il giorno più importante della mia vita, per la mia famiglia e gli amici - racconta -. A loro dedico la vittoria. Ho lottato tutta la carriera per diventare campione del mondo in F1. La gara era iniziata con qualche dubbio, temevamo per il consumo delle gomme. Mi ha impensierito anche Schumi, soprattutto nel finale. Ho capito di aver vinto solo quando ho tagliato il traguardo. Sentivo rumori da tutte le parti nella macchina, che incubo».
Poi il traguardo, la corsa ad abbracciare la squadra. Una risposta a chi lo ha criticato. «Non mi curo degli scettici, io penso solo a dare il massimo, purtroppo io sono uno che dice sempre la verità, e forse in F1 questo a qualcuno non piace - racconta - e ora correrò le ultime gare divertendomi molto di più, voglio lottare per dare a Briatore e Renault il titolo costruttori».
E proprio Flavio Briatore (primo a vincere il titolo con due team diversi) è il più misurato: «Sono stordito, più ti avvicini al traguardo più pensi di avere problemi, mi sento in trance... mi serve tempo per realizzare quanto abbiamo ottenuto - racconta il direttore della scuderia -. Non potevamo perdere questo mondiale. Se è diverso dopo 10 anni il sapore? No, sono solo più vecchio. Chi mi critica per lo stile nella gestione? In 4 anni siamo partiti da zero e arrivati al mondiale». La vittoria, aggiunge, è stata «la fine di un incubo»: «Ho vinto gestendo aziende diverse, la Benetton che faceva magliette e con la Renault casa d’automobili. Gli invidiosi? Non mi curo. Quando uno affronta la F1 come faccio io, è normale che qualcuno ti critichi».
E complimenti arrivano anche dal grande sconfitto, Kimi Raikkonen: «Fernando si è meritato questo trionfo».

Juan Pablo Montoya si consola con la vittoria del gran premio: «Bella questa doppietta, abbiamo la macchina più veloce».

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