Roma

Indagine della Procura su una bimba nata morta al Gemelli

La paziente, che aveva superato le 40 settimane di gravidanza, era stata rimandata a casa dopo un controllo. Quando è tornata in ospedale con le doglie i medici le hanno comunicato l'assenza di battito cardiaco. Chiesta una relazione alla Polverini

È ancora bufera sul Policlinico Gemelli. Prima il caso Tbc, ora quello di una bimba nata morta dopo che la mamma era stata rimandata a casa nonostante fossero trascorse le 40 settimane di gestazione. Il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari Leoluca Orlando ha chiesto una relazione al presidente della Regione Lazio Renata Polverini e la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta.
La signora Carmela Cassese aveva superato lo scorso 3 settembre il termine e le erano stati prescritti i controlli di rito da effettuare ogni due giorni. Dopo l'ultimo monitoraggio, l'11 settembre, i medici l'hanno rinviata a casa. «Il 12 settembre - spiega Orlando - le è stata prospettata l'ipotesi di un ricovero, essendo trascorse ormai due settimane dalla prima data prevista per il parto. Il ricovero, però, è stato rinviato all'indomani dalla struttura ospedaliera». Nella notte tra il 12 e il 13 settembre sono arrivate le doglie e la signora Cassese si è precipitata al Gemelli dove i medici le hanno comunicato l'assenza del battito cardiaco della bambina. La donna ha partorito la neonata già morta. E ora per chiarire le cause del decesso i magistrati del pool che si occupa di colpe professionali potrebbero disporre l'autopsia. «Siamo sconvolti per quello che sta succedendo ad uno dei fiori all'occhiello del sistema sanitario nazionale - sostiene Giuseppe Scaramuzza, segretario regionale di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato - In questi casi ci si ferma tutti, si cercano le cause e si fa un bel po' di "pulizia" delle cose che non vanno. Solo accertando le responsabilità e rendendole pubbliche i cittadini possono ritrovare la fiducia nel Policlinico Gemelli.

È questo l'invito che facciamo al magnifico rettore e al direttore generale».

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