India Adesso Gandhi è davvero «libero»

I moltissimi testi scritti dal Mahatma Gandhi, icona indiana della lotta per la libertà, potranno essere pubblicati da tutti, dopo che a fine mese sarà scaduto il copyright. Infatti il 30 gennaio saranno trascorsi 60 anni esatti dalla morte di Gandhi, assassinato nel 1948, a Nuova Delhi, da un estremista hindu. Quello che gli indiani considerano un vero e proprio padre della patria, aveva donato i suoi lavori al Navajivan Trust, con sede a Gujarat, che lui stesso aveva fondato. Le autorità della Trust hanno detto che non intendono chiedere al governo indiano un’estensione del copyright. Una scelta in linea con la filosofia del Mahatma. «Se consideriamo lo spirito del pensiero gandhiano, non si dovrebbe chiedere una simile estensione. Ed è per questo che non intendiamo richiederla», ha fatto sapere il Trust, istituzione che ha pubblicato, fino ad ora, circa 300 volumi delle opere di Gandhi, tra cui articoli, lettere e discorsi, e una traduzione della sua autobiografia.

In India, però, c’è chi vorrebbe che il governo prorogasse il copyright, perché lo considera una tutela dell’interpretazione dei testi del Mahatma e del fatto che vengano venduti ad un prezzo accessibile. La Navajivan Trust continuerà in ogni caso a stampare le opere ai prezzi attuali, anche dopo la scadenza del copyright.

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