Industria, maggio freddo per la produzione

Un maggio «freddo» per la produzione industriale conferma il momento di indecisione dell’economia italiana. Secondo il Centro studi della Confindustria, la produzione è rimasta sostanzialmente stazionaria con un minimo aumento dello 0,1% rispetto ad aprile. Su base annua l’incremento è pari all’1,1%. Per le grandi imprese, con oltre 500 dipendenti, insomma, non si può parlare ancora di rilancio, anche se il Csc prevede che il secondo trimestre vedrà il segno positivo, dopo due trimestri negativi (-0,6% nel quarto del 2010 e -0,1% nei primi tre mesi 2011).
Rispetto al minimo toccato nel punto più basso della crisi, nel marzo 2009, la produzione è risalita del 12,1%, ma resta ancora lontana di circa diciassette punti dal momento migliore toccato nell’aprile 2008, poco prima dello scoppio della crisi. La tendenza per i prossimi mesi non appare favorevole. Le imprese che lavorano su commessa segnalano un incremento dello 0,45 rispetto ad aprile. L’Istat ha inoltre rilevato presso le imprese manifatturiere un peggioramento dei giudizi sulle attese di ordini e produzione.
Nessun movimento di rilievo anche sul fronte dell’occupazione nelle grandi imprese. In marzo, secondo i dati dell’Istat, l’occupazione scende dello 0,7% su base annua al lordo dei cassintegrati e dello 0,2% al netto. Diminuiscono le ore di cassa integrazione.

L’andamento più deludente, per quanto riguarda i posti di lavoro, riguarda i settori delle costruzioni, del trasporto e del magazzinaggio, della fornitura di energia. In ripresa le retribuzioni lorde per ora lavorata, che in marzo sono cresciute dello 0,8% rispetto a febbraio e del 4,7% nei confronti dello stesso mese del 2010.

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